Attentato ad Antoci, se ne occuperà anche la Commissione antimafia regionale

di Redazione
07/05/2019

La Commissione Antimafia siciliana ha deciso oggi di avviare due nuove indagini. Una prima, sul rapporto mafia-politica, con particolare attenzione alla permeabilità delle istituzioni e delle amministrazioni siciliane, e la seconda sull’attentato all’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci.

Il percorso di lavoro prevede l’audizione dei procuratori delle Dda siciliane, di amministratori locali, dirigenti della regione, giornalisti, tecnici ed analisti. “Il rapporto collusivo tra mafie e politica è diventato più selettivo e più aggressivo – spiega il presidente della Commissione Claudio Fava – l’obiettivo della nostra inchiesta è quello di indagare sulla natura profonda di questo rapporto, sugli strumenti e le compiacenze di cui si nutre e sui danni che determina”.

L’altra inchiesta, quella sull’attentato all’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, scaturisce anche dalle diverse indagini tuttora aperte e dai numerosi elementi di opacità che si sono condensati negli ultimi mesi attorno a questa vicenda.

Infine, il Codice etico sui parlamentari regionali, del quale la Commissione ha discusso oggi la bozza conclusiva che dovrebbe essere approvata tra due settimane per poi andare in aula per la definitiva adozione. “Sarà uno strumento di trasparenza e di garanzia innovativo, unico in Italia, per evitare che conflitti di interesse e interferenze possano condizionale l’attività del parlamento siciliano e dei suoi componenti – spiega Fava – un corpus di principi, doveri, divieti e sanzioni che dovrà saper garantire l’assoluta autonomia della funzione parlamentare”.

Il commento di Antoci: “Un percorso che mi rassicura”

“Apprendo con piacere che finalmente – dichiara Giuseppe Antoci ex Presidente del Parco dei  Nebrodi scampato ad un agguato mafioso nel maggio 2016 – anche la Commissione Regionale Antimafia, dopo quella Nazionale, si occuperà della grave vicenda che mi ha colpito e che ha sconvolto la mia vita e quella della mia famiglia. Fino a questo momento, sono passati ben tre anni da quella maledetta notte, non ero mai stato invitato in audizione e il fatto che si sia deciso adesso di attivare questo percorso d’indagine e la relativa trattazione della mafia dei pascoli, mi rassicura e mi conferma l’attenzione su questo tema. E per tale motivo che ringrazio il Presidente Fava e i  componenti della Commissione per il lavoro che svolgono nella vigilanza e nel contrasto ai fenomeni mafiosi della nostra terra”.

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