Decreti di condanna per i manifestanti che difesero i tribunali di Mistretta e Nicosia

di Giuseppe Salerno
28/10/2017

Sarebbero un’ottantina i decreti penali di condanna, emessi dal Gip del Tribunale di Patti su richiesta della medesima Procura della Repubblica, da notificate ad altrettanti manifestanti, identificati dalle immagini in possesso della Polizia, in occasione della mobilitazione per salvare i tribunali di Mistretta e Nicosia, dello scorso 11 settembre 2013. Il reato al quale dovranno opporsi, qualora lo volessero, quanti raggiunti dal provvedimento, sarebbe “interruzione di pubblico servizio”, previsto dall’articolo 340 del Codice penale.

L’11 settembre di quatto anni fa, pacificamente, un buon numero di manifestanti, ai quali stavano a cuore le sorti dei tribunali di Mistretta e Nicosia, partecipò ad una manifestazione di protesta, debitamente preannunciata agli organi di polizia, nei pressi della stazione ferroviaria di S. Stefano di Camastra. Per garantire la sicurezza del trasporto ferroviario, le FF SS bloccarono la circolazione per quattro ore, dalle 7 alle 11, all’altezza della stazione di Santo Stefano di Camastra.  Avvocati, professionisti, sindaci dei Nebrodi e cittadini manifestando nei pressi dei binari, inevitabilmente, mandarono in tilt tutto il sistema di circolazione, con treni soppressi e ritardi che sono arrivati anche a 140 minuti.

Il provvedimento che, dalle informazioni in nostro possesso, dovrebbe essere notificato nei prossimi giorni a coloro i quali la polizia è riuscita a dare un nome e un cognome, si caratterizza per l’assenza del contraddittorio. Si tratta di un procedimento speciale il cui scopo è quello di saltare sia l’udienza preliminare sia il dibattimento. E’ disposto dal giudice su richiesta del pubblico ministero quando quest’ultimo ritenga che possa essere applicata esclusivamente una pena pecuniaria (che pare si aggiri intorno alle 3800 euro) anche se in sostituzione di pena detentiva. L’imputato ha la possibilità di opporsi al decreto penale di condanna entro 15 giorni dall’emissione dello stesso richiedendo o il giudizio abbreviato, o l’applicazione della pena o il giudizio immediato. Il giudice dovrà poi valutare se sussistono i requisiti per dichiarare l’opposizione ammissibile, altrimenti il decreto diviene esecutivo.

“Non ritengo di aver commesso alcun reato – dichiara l’allora responsabile del coordinamento unitario dei manifestanti, l’avvocato Piergiacomo La Via, che abbiamo raggiunto telefonicamente. Abbiamo esercitato il diritto di manifestare e difeso, come comunità di Nicosia e Mistretta, i presidi di legalità in un territorio di 3.600 chilometri quadrati della Sicilia”.  

In quell’occasione anche il presidente della Regione Rosario Crocetta, tese la mano ai manifestanti che chiedevano l’istituzione di un unico Tribunale dei Nebrodi che mettesse insieme Nicosia e Mistretta, in modo da rientrare nei parametri previsti dalla spending review, assicurando allo stesso tempo il servizio nei due centri, annunciando la disponibilità di Palazzo d’Orleans a farsi carico dei costi dell’eventuale nuovo Tribunale unico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.