Galati, il Presidente Drago: “Consiglio pronto a lavorare per il bene del paese”
“Penso sia giusto che il Consiglio comunale, organo di pianificazione, controllo e indirizzo, come ha già fatto in questi due anni, debba continuare a lavorare proseguendo quel percorso di responsabilità che ha anche portato, per esempio, all’approvazione degli atti finalizzati al risanamento finanziario e strutturale del nostro Comune. Credo sia compito del sindaco far si che questo percorso possa proseguire nell’ambito di un dialettico e civile confronto tra organi nel rispetto di ciascuna prerogativa. Dobbiamo evitare che il lavoro fatto vada sprecato e che si crei un grave vulnus per la democrazia in questo paese”.
A parlare è Pino Drago, presidente del Consiglio comunale di Galati Mamertino il quale rompe il silenzio e interviene per fare chiarezza soprattutto sulle modalità che hanno portato alla sua elezione nella seduta dell’11 agosto.
Presidente ne vogliamo parlare?
“Ho aspettato con pazienza segnali distensivi e di collaborazione per il bene del paese. E ho soprattutto voluto evitare che la crisi politica non innescata da me, ma da logiche che nessuno condivide, potesse diventare oggetto di attenzione per i circa cinquanta giornalisti presenti in occasione della quinta edizione del Festival del giornalismo enogastronomico. Ma ora credo sia opportuno spiegare come sono andate le cose anche per evitare equivoci su cui qualcuno intende costruire il proprio futuro politico. Credo sia da apprezzare il mio ennesimo atto di responsabilità in coerenza con quanto ho fatto in questi anni”.
E quindi che è successo?
“Durante la seduta consiliare del 10 agosto, il sindaco dopo i ringraziamenti espressi nei confronti del Presidente uscente ha indicato la consigliera Flavia Truglio quale candidato presidente, per continuità naturale anche legata al risultato elettorale. Capirete che è alquanto strano che il controllato indichi il nome di chi deve presiedere l’organo di controllo. E infatti la maggioranza dei consiglieri ha respinto perché ha ritenuto un’ingerenza gravissima quella del Sindaco. Ma continuiamo: l’impossibilità di raggiungere una votazione unanime, ha spinto i consiglieri comunali a rinviare il consiglio comunale al giorno successivo. Nella seduta dell’undici agosto, il sindaco ha ribadito la sua posizione indicando alla carica di Presidente del Consiglio Flavia Truglio, in modo da proseguire il lavoro di unione che si è realizzato fino a ora tra Giunta e Consiglio”.
Presidente sembra che la nomina di Flavia Truglio, sia indispensabile per il mantenimento del rapporto di sintonia tra Giunta e Consiglio?
“Io per trovare una mediazione, come ho sempre fatto in questi anni, ho proposto di rieleggere il presidente dimissionario. Vorrei precisare che non c’è un problema sul nome di Flavia Truglio, ma c’è un problema di metodo e forse su quello non ci si vuole confrontare e si cercano facili scappatoie. Ma abbiamo tutti l’impressione che Flavia Truglio sia solo un pretesto per interrompere il rapporto di collaborazione che si era instaurato col Consiglio Comunale”.
E dopo cosa è successo?
“Da parte dei Consiglieri non è cambiato nulla. Come dichiarato dal sottoscritto in consiglio, c’è stata, come dimostrano gli atti, una grande fiducia nei confronti del Sindaco e dell’Amministrazione e, secondo me potrebbero esserci tutte le condizioni per continuare il lavoro per l’esclusivo bene del paese, purché si facciano scelte strategiche e di ampio respiro. In quella stessa seduta sono stati votati all’unanimità tutte le proposte consiliari presentate dall’Amministrazione. Inspiegabilmente, invece, dopo qualche giorno dalla seduta di Consiglio Comunale, il Sindaco invita un assessore a dimettersi. Dico inspiegabilmente per tante ragioni; prima fra tutte perché questa richiesta di dimissione non è preceduta dal dibattito politico tra tutte le forze che hanno sostenuto e sostengono il Sindaco, sia dentro sia fuori il Consiglio Comunale”.
Il Sindaco parla crisi politica.
“Il tentativo di creare divisione con la comunità di San Basilio non può essere ricondotto a una crisi politica. La nomina di un Presidente del Consiglio non può trovare il suo fondamento nei voti elettorali, ma nei criteri di democrazia e quindi nelle dialettiche contrapposizioni tra maggioranze e minoranze. Ricordo che il Presidente del Consiglio è un soggetto super partes e quindi garante di tutti i consiglieri comunali. I consiglieri comunali votano a scrutinio segreto. Sembra invece che il Sindaco abbia voluto dare risalto a un voto, che ricordo rimane segreto, anche se di fatto ogni consigliere con grande responsabilità e libertà ha voluto esprimere le proprie convinzioni personali”.