La missione “Speranza e Carità” di Biagio Conte in un docufilm di Antonio Turco

di Giuseppe Salerno
03/04/2019

Antonio Turco è un giovanissimo mistrettese di 21 anni con la passione per la cinematografia ed il reportage, attività tecniche ed artistiche che affina studiando presso la fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia dell’Aquila, sede distaccata di Roma. Il suo sogno? Diventare regista. Regista cinematografico. Un’ambizione che nasce dal desiderio assiduo di affermarsi e distinguersi.

Una cosa parecchio difficile in cui bisogna fermamente credere, investire tempo e danaro e per la quale potrebbero volerci anche parecchi anni per raggiungere tale obiettivo, ma l’emozione di vedere il proprio film sul grande schermo non ha pari e diventa un buon motivo per saper aspettare. Partendo dalla base, cioè da una visione creativa e un’incredibile capacità di creare qualcosa dal nulla, Antonio è riuscito a produrre un film interamente dedicato alla missione “Speranza e carità” di Biagio Conte. Un docufilm dal titolo “Il Francesco di Palermo” prodotto dal Centro Sperimentale di Cinematografia, sede Abruzzo, 2018.

Un viaggio all’interno della missione, fondata dal missionario laico Biagio Conte, che emulando Francesco D’Assisi, si spoglia delle proprie vesti rinunciando ai propri averi, per cercare di rispondere alle drammatiche situazioni di povertà ed emarginazione della sua città natale. Un posto in cui, nella zona periferica di Palermo tra la stazione centrale e il quartiere Brancaccio, barboni, vagabondi, giovani sbandati, alcolisti, ex detenuti, separati, prostitute profughi, immigrati, vivono l’un per l’altro, chiamandosi tutti fratello e sorella, senza alcuna distinzione. Antonio Turco con le sue telecamere entra dentro e vive esplicitamente il centro di accoglienza che ospita più di 1000 persone, fra uomini donne e bambini. Parla con gli ospiti, riprende le attività di ciascuno di loro e si sofferma su alcuni casi, ritenuti dallo stesso, particolari.

Come ad esempio quello che racconta di Francois, il giovane africano di circa 50 anni, che per molti anni ha vissuto in missione dove ha conosciuto la moglie e adesso, insieme a lei ha aperto una sartoria in centro a Palermo dove oltre ad occuparsi dei lavori che gli vengono commissionati, dedica parte della giornata a insegnare questo mestiere ad altri ragazzi immigrati. Francois ha una camicia a quadri blu e rossa e un sorriso che gli rimarrà sempre in viso durante tutto il tempo trascorso con l’aspirante regista amastratino.

“Lo incontro in questo suo nuovo locale che sta finendo di adibire –racconta Antonio Turco a Nebrodi News – Quando arriviamo, infatti, sta sistemando una cravatta, rigorosamente creata da lui, su un manichino posto in vetrina. Il locale è ancora in fase di allestimento. Ai lati ci sono due porta grucce con le rotelle ai piedi pieni di vestiti già pronti o in fase di finitura. Una scala di legno sulla sinistra porta in un sottotetto che da quaggiù sembra essere pieno di tessuti vari. Nel sottoscala ha ricavato uno spazio dedicato alla stiratura. Accanto, invece, in un armadio senza ante, ci sono una cinquantina di vestiti già pronti che, mi spiega Francois, appartengono a dei clienti che li hanno ordinati ma mai prelevati”.

Sua moglie è seduta in un bancone e sta lavorando con una macchina da cucito. Accanto a lei c’è un ragazzo di colore che sta finendo di realizzare quella che sembra essere una borsa da mare. “Non vogliamo pesare su questo paese che già ci ospita – racconta la signora davanti alle telecamere di Antonio. Così, a nostra volta, abbiamo deciso di aprire le porte a tutti quelli che vogliono imparare questo mestiere”.

Il 15 settembre papa Francesco, in visita a Palermo, si ferma a pranzo alla missione di Biagio Conte. Antonio è presente. Non poteva mancare nel suo film l’appuntamento tra il Santo Padre e i nuovi poveri, ovvero a tutti quelli che rimangono indietro e ai margini di questa società indifferente.

Quando arriva papa Francesco – documenta l’allievo del corso di Reportage – la prima cosa che fa è abbracciare Biagio e poi accompagnato da un coro “papa Francesco, papa Francesco!” Entra in mensa: per il papa è stato disposto orizzontalmente un lungo tavolo che domina tutta la sala in cui sono sparse altre tavolate. Dopo aver salutato tutte le persone sedute accanto a lui, il Santo Padre si siede al centro. L’immagine ricorda l’ultima cena di Leonardo anche se le persone sono sedute in tutto il perimetro del tavolo e viene quasi difficile scorgere l’immagine del papa. Dopo aver ringraziato i presenti per la calorosa accoglienza il papa augura a tutti: “Buon pranzo!” Francois è seduto alla sua sinistra e il suo volto emana una gioia indescrivibile.

L’opera cinematografica è stata presentata a diversi Festival. Prossimamente sarà possibile vedere il docufilm in diverse sale su tutto il territorio nazionale. Per adesso godetevi il  trailer.

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