Il tema della Giornata internazionale della donna 2017, dettato dalle Nazioni Unite, è: “Women in changing World of Work: Planet 50-50 by 2030”. Si tratta di un invito a raggiungere entro il 2030 la parità di genere, che purtroppo ancora manca, anche in ambito educativo; garantendo la parità a partite da un’istruzione adeguata fin dalla più tenera età e in ogni luogo del mondo.
Oggi in Italia, e in più di trenta paesi del mondo, è stato organizzato un grande sciopero delle donne, infatti alla tradizionale giornata della donna si affianca un’iniziativa di lotta e astensione dal lavoro, una vera e propria mobilitazione su scala internazionale per protestare contro le forme di disuguaglianza tra uomini e donne. I motivi di protesta vano: dall’eterno gap salariale tra uomo e donna, alla difficoltà di arrivare alle posizioni di vertice e poter far carriera; dall’impossibilità di conciliare famiglia e vita privata con il lavoro, alle molestie e intimidazioni a cui ancora, troppo spesso, si assiste in molti luoghi di lavoro.
Le partecipanti, per un giorno, no lavoreranno e non faranno acquisti, in modo da rendere evidente nella società: il valore del loro lavoro e anche quello del loro ruolo di consumatrici.
Nel nostro paese lo sciopero, sarà in particolare, una protesta contro le violenze sulle donne.
Violenze che balzano sempre più spesso alle cronache; in Italia ogni 2 giorni una donna viene uccisa da un famigliare ed una donna su tre subisce violenza fisica e psicologica, ma purtroppo solo una su dieci si rivolge alle forze dell’ordine, denunciando.
Oggi in molte pretenderanno di ricevere dai propri uomini la mimosa; io, da donna, invito tutte le donne a non pretendere fiori, cene, gioielli, ma bensì: il rispetto, oggi e i restanti 364 giorni dell’anno.
Rispetto in ogni ambito: famigliare, lavorativo e sociale. Rispetto delle proprie scelte e idee. Rispetto di se stesse.
Non è festeggiando l’8 marzo all’insegna di un’ottica consumista, che spesso cade nel volgare e nell’indecente, che si afferma il nostro essere donna. Lo si dimostra nel quotidiano e con il nostro impegno in tutto ciò che siamo e facciamo.
Siamo, al pari degli uomini, in grado di poter ricoprire tutti i ruoli nei vari ambiti professionali e sociali con ottimi risultati; non dobbiamo temere di non riuscire a realizzare ciò che sogniamo o perseguiamo, anzi dobbiamo impegnarci per vincere le varie sfide e il pregiudizio che spesso ci accompagna. Solo facendo, potremo scrollarci di dosso lo stereotipo che ci vede: inadeguate in tutto ciò che non rientri in un’ottica maschilista.
Durante le celebrazioni per la Giornata internazionale della donna anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ribadito che le donne “danno alla società più di quanto ricevono in cambio, ciononostante, quella delle donne è un’azione tenace, risoluta e paziente e, molto spesso, coraggiosa; un impegno il più delle volte silenzioso, che si svolge lontano dai riflettori, tra molti ostacoli, alcune incomprensioni e persino qualche pregiudizio che resiste contro ogni evidenza”.
In merito al ruolo delle donne nella società ha aggiunto “la voce delle donne spaventa i violenti, perché evoca ed esprime pace. Proprio per questo è una voce che dovrebbe essere amplificata, sostenuta e più ascoltata”. Infine ha rivolto un appello agli uomini “anche noi uomini dobbiamo saperci mettere in discussione, rinunciare ad ogni forma di riserva mentale. E soprattutto dobbiamo fornire un appoggio reale e incondizionato, nella lotta alle diseguaglianze, ai pregiudizi, alle discriminazioni, e, a maggior ragione, quando si manifestano sopraffazione e violenza”.