A Galati Mamertino è stato sottoscritto l’accordo per la realizzazione del museo nella casa di Nino Ferraù. A darne notizia è l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Nino Baglio.
Nino Ferraù nato a Galati Mamertino il 12 Ottobre 1923 e deceduto a Messina il 23 Dicembre 1984, fu poeta, insegnante, saggista, narratore, critico, teorico dell’arte, pittore. A 9 anni scrisse la sua prima poesia e a 19 pubblicò il suo primo libro dal titolo “Diadema di Sangue”.
Fu fondatore, negli anni ’50, dell’Ascendentismo, corrente letteraria d’indirizzo antidecadentistico e antiermetico, codificata in un’opera di 365 massime che Virgilio Brocchi definì “una miniera di gemme e una fonte di rivelazioni”. Nino Ferraù diresse per oltre trent’anni la rivista “Selezione Poetica” da lui fondata, organo ufficiale dell’Ascendentismo e fu autore di parecchie pubblicazioni di vario genere: poesia, narrativa, filosofia, critica ed arte varia; la sola produzione poetica costa di circa 150.000 versi. La personalità artistica del Ferraù e varie sue composizioni sono state commentate o inserite in oltre 600 pubblicazioni tra enciclopedie, antologie e saggi critici.
Di lui diceva Benedetto Croce: “Così carico di lavoro come sono non pensavo di poter riuscire a leggere i tre volumi di Nino Ferraù, cortesemente inviatimi. Ma la lettura della prima pagina mi ha costretto a leggere tutto il suo volume, e la lettura del primo volume mi ha incoraggiato a leggere tutti gli altri…Questo giovane è molto più vecchio dei suoi anni; una sete di universale lo distingue e lo trasfigura. Per questo io ammiro…il coraggio, la sincerità e la passione che il Ferraù dimostra nelle sue lotte…” (Napoli 1948). Alla sua morte sono state pubblicate quattro raccolte di poesie: “Orme di viandante” (1985), “Immagine Azzurra” (1987), “Grumi di terra”(1988), “E sentirci così…” (1990).
Per gli ultimi 14 anni della sua carriera scolastica, Nino Ferraù insegnò nella scuola primaria di Villaggio Aldisio, dove maturò la sua predilezione per la purezza e la semplicità: “…il fiume è più grande alla foce, ma più limpido alla sorgente…”. Sentendosi profondamente maestro “…invecchierò, ma con le mani calde del respiro dei bimbi…”, così egli scrisse: “Io resto qui, tra questi fiori/ viventi, in questa eterna primavera/ di bimbi e nelle gioie e nei dolori/ maestro resterò fino alla sera/….” e questi versi sono stati incisi sulla lapide apposta nell’atrio della scuola primaria della Direzione Didattica Villaggio Aldisio, a lui intitolata il 9 Giugno 1990.