A Naso la rinascita Civile del Teatro Alfieri
E’ possibile riaprire un teatro in un piccolo centro della Sicilia e farne un punto di riferimento culturale e magari un pezzo attivo del sistema economico e culturale? Evidentemente sì: è una battaglia che si può fare e si può vincere. Almeno questa è la storia che ci arriva da Naso, piccolo paese in provincia di Messina affacciato sul Tirreno, dove l’amministrazione guidata da Daniele Letizia ha riaperto a oltre 60 anni dalla chiusura il Teatro Alfieri inaugurando una stagione con la direzione artistica (a titolo gratuito) di Oriana Civile, cantante e musicista italiana, autrice ed interprete della musica tradizionale siciliana che si spende (gratuitamente) da anni per la promozione culturale del suo paese. Una stagione teatrale che ora si avvia alla chiusura con l’ultimo appuntamento della Rassegna “Il Teatro siamo Noi”.
“Il 14 giugno ci sarà l’ottavo e ultimo appuntamento della Rassegna che per otto mesi ha animato il Teatro Vittorio Alfieri, per troppo tempo rimasto chiuso e spento, ospitando spettacoli di grande spessore e vedendo più volte il pubblico uscire dalla sala con gli occhi lucidi di commozione – si legge in un comunicato dell’amministrazione comunale -. Un modo per stare insieme, un modo sano e bello di fare comunità”.
Venerdì 14 giugno alle ore 21:30, Alosha racconterà la tradizione sicula in maniera moderna, a passi di danza che simboleggiano un riscatto sociale. La sua danza è un racconto, la cui forza sta nella conoscenza di un vocabolario artistico ampio che non si limita alla street dance da cui parte, ma si estende alle altre forme dell’arte coreutica. Alosha è un personaggio chiave per comprendere l’evoluzione della danza contaminata, perfettamente bilanciata fra ricerca concettuale e creatività artistica. Grazie al suo stupefacente lavoro sul corpo e sul concetto di fisicità, è il creatore della cosiddetta Danza Streusa, l’elemento che più di altri lo contraddistingue.
Alosha ha intrapreso un viaggio incentrato sulla memoria e la complessità e, nello stesso tempo, sulla semplicità, risultato della contaminazione di varie discipline. Il primo intento è quello di stupire, di trasportare e condurre alla realtà tramite la memoria storica, un’arma efficace per affrontare il futuro. Uno spettacolo capace di comunicare, divertire e affascinare.
Per Il Danzastorie di Sicilia prendete posto non per sentirvi comodi, ma saldi; prendetelo per venire al mondo, per avere un ruolo, uno scopo. Prendete posto per essere. Prendete posto ed affacciatevi sul mondo. Una giara di simboli ed espressioni per raccontare una terra che cerca ancora il suo posto nel mondo.
Danza, musica e teatro si incontrano a formare il linguaggio di un racconto che chiede di essere esplorato. Ironia, dramma e sentimento in uno spettacolo che racchiude l’essenza della terra. Una danza streusa che si mescola al teatro e alla tradizione musicale. Scomposta e fuori dagli schemi per essere specchio delle magnetiche sfaccettature della nostra terra. Sul palco insieme ad Alosha, la danzatrice Giovanna Finocchiaro.