Acquedolci, fiume di folla in occasione della prima sfilata. L’obiettivo è risollevare la storicità del Carnevale acquedolcese
Le strade sono state invase da locali e curiosi in occasione della prima sfilata del Carnevale acquedolcese ieri, Domenica 3 Marzo. Ottime anche le previsioni in riferimento agli eventi di Martedì 4 Marzo e della serata conclusiva prevista per Domenica 9 Marzo, nella quale sarà premiato il carro vincitore del concorso.
Il “dietro le quinte” della sfilata:
Abbiamo chiesto al Primo cittadino Alvaro Riolo il suo pensiero in relazione all’evento del Carnevale e dichiara che: “ Ci sono delle importanti novità quest’anno. Quasi tutto il costo del carnevale è coperto da finanziamenti regionali che ammontano a 60.000 euro, dei quali un margine di 30.000 euro è stato immediatamente spendibile già all’inizio dei lavori. Si tratta di grossi passi in avanti rispetto al passato nel quale le somme del carnevale non erano previste in bilancio. Il nostro obiettivo è quello di risollevare il nostro nome e le opere dei maestri carristi”.
I carri in gara: Mal d’Africa:
E’ ideato dalla neo Associazione Medusa. Questa nasce dall’unione di un gruppo storico del paese, il “Gruppo Paparazzi” e la più recente associazione “Nova”. Il nome scelto, poi, non è casuale. La volontà dei ragazzi,infatti è quella di lasciare un segno indelebile attraverso la loro arte. Il tema centrale è l’Africa analizzata dal punto di vista emozionale, raccontando il famoso “mal d’Africa” e la vita quotidiana del posto. L’intento primario dei maestri carristi è quello di voler far emergere l’essenza e i contrasti di questo Continente. Spicca in tutta la struttura Mamma Africa che soffre, ma protegge e custodisce la sua terra e le sue tribù che,nonostante le difficoltà, reagiscono apprezzando la bellezza del sole e della vita ballando e suonando il bongo. Caratteristica distintiva del gruppo Medusa è il concetto di carro “scatola” e l’utilizzo di “torrette” che nasce dal confronto con i colleghi carristi del carnevale di Acireale. Il carro che, da chiuso rispetta le misure previste dal bando di gara, nel momento della coreografia lascia spazio ad un’apertura effettuata in sicurezza, che permette di ampliare la sua struttura sia in larghezza che in lunghezza.
Guerra e pace: E’ ideato dall’ Associazione kdue (duemila), nata nel 2024 dall’ unione di vecchia e nuova generazione di maestri carristi. L’idea del carro e della sua struttura nascono quasi per caso poco dopo la sfilata dell’anno scorso che li ha visti arrivare secondi. E’ proprio la voglia di rivalsa e di miglioramento che porta il gruppo a reagire immediatamente. L’opera è un evidente riflesso del contrasto fra vecchio e nuovo che c’è all’interno dell’Associazione stessa. L’elemento centrale del carro è Zeus che osserva scoraggiato gli uomini che si fanno la guerra. Al suo fianco, però non gli antichi greci, ma politici attuali: Putin e Trump, la loro presenza è volta a sottolineare la ciclicità della storia. Non mancano però gli elementi di pace, come la maestosa aquila che si eleva nel momento centrale della coreografia alle spalle di Zeus. Minuziosa è la cura dei dettagli e l’attenzione ai movimenti degli elementi del carro, il personaggio di Zeus, ad esempio, presenta due motori elettrici nella testa e due nel busto, ma sono presenti anche motori idraulici.
Vietato morire: Il carro è ideato dall’Associazione “The king of beer”, affiancata all’ Associazione “Il Gladiatore” che vanta una carriera storica nell’arte della carta pesta, il gruppo partecipa alle sfilate dal 2003. La volontà principale è quella di denunciare la violenza sulle donne (la colonna sonora scelta è “Vietato morire”di Ermal Meta), ma il tema viene rivisitato in chiave fiabesca. All’ interno del carro sono presenti Biancaneve e Aurora, due principesse risvegliate da un incantesimo con il bacio del vero amore, ma sono inserite all’ interno di gabbie dorate, volte ad intendere che non basta ricoprire di bellezze estetiche qualcuno per dimostrare amore. Al centro della struttura una bestia che tiene una marionetta, simbolo della manipolazione, puntando così l’accento sul fatto che la violenza non è solo fisica. Nei lati sono presenti in contrasto le fiamme, simbolo della rabbia dell’uomo e i fiori di loto, messaggio di resilienza della donna. Nel momento centrale della coreografia emerge poi dal carro Mulan, unica principessa che si salva, e segue la rappresentazione di Jessica Notaro. La conclusione del carro come nelle più belle favole, però, vuole essere positiva. Tutto ha un lieto fine con la bestia che si trasforma in un principe.