ACQUEDOLCI – Il collegio giudicante del Tribunale di Patti, composto dal presidente Ugo Scavuzzo, a latere Eleonora Vona e Giovanna Ceccon, ha condannato, in primo grado, ad otto anni di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici e risarcimento del danno alla parte offesa, un 34enne romeno, S. M., ritenuto responsabile di violenza sessuale.
Il dibattimento era riferito ad un grave episodio accaduto nel marzo 2019 ad Acquedolci. Vittima una donna, all’epoca 39enne che, secondo quanto denunciato, fu sorpresa da due uomini nascostisi in un locale interno al pianterreno del palazzo nel quale risiedeva, fu immobilizzata, legata mani e piedi e costretta a subire atti sessuali. A seguito della sua denuncia, furono avviate le indagini dai Carabinieri della Compagnia di Santo Stefano di Camastra che, condotti i relativi accertamenti sui luoghi con l’acquisizione delle immagini della videosorveglianza e l’escussione di testimoni, strinsero il cerchio attorno ad alcuni sospettati. Uno fu indicato dalla vittima stessa attraverso la comparazione fotografica proposta dai militari dell’Arma. Tra i i riscontri investigativi finiti agli atti del dibattimento, anche i dati delle cellule telefoniche utilizzate per tracciare la presenza degli indagati sul luogo del crimine.