“Risolvere in tempi brevi le problematiche relative al pieno utilizzo delle concessioni pascolive del demanio forestale gestite dal Dipartimento regionale dello sviluppo rurale e territoriale, che scaturiscono dal diverso modus operandi delle Asp provinciali. Infatti, in alcune provincie le Asp contestualmente alla concessione dei lotti pascolivi rilasciano il relativo codice pascolo; in altre province invece l’assegnazione dei codici è avvenuta a soli 11 giorni dalla scadenza della concessione stessa”.
Lo dice la capogruppo di Fratelli d’Italia all’ARS Elvira Amata, che, per chiarire e trovare soluzioni alle questioni sollevate sull’argomento dagli allevatori dei Nebrodi, ha presentato una richiesta di audizione in commissione salute all’Ars, con la presenza dell’assessore regionale della salute Ruggero Razza, dell’assessore dell’agricoltura e dello sviluppo rurale Toni Scilla, dei dirigenti generali F, Bevere e M. Candore.
“Lo scorso anno la Regione Siciliana – spiega Fratelli d’Italia – ha imposto l’obbligo di registrazione del codice pascolo sui lotti forestali, a prescindere da obblighi sanitari. In provincia di Messina, alcune Asp locali hanno tardato nell’assegnazione del codice pascolo, pur dovendolo assegnare entro un mese dalla richiesta. Nel 2021 a molti produttori dei Nebrodi è stato rilasciato il codice pascolo soltanto pochi giorni dalla scadenza della concessione e solo dopo infiniti solleciti”.
Una soluzione al problema, secondo FdI, è possibile grazie alla collaborazione tra assessorato agricoltura e sanità. “Si può disporre l’assegnazione di un codice pascolo per ogni lotto forestale – sottolinea l’avvocato stefanse e responsabile del dipartimento agricoltura di Fratelli d’Italia Gabriella Regalbuto – già alla sottoscrizione della concessione. Ciò eviterebbe inutili e dannose lungaggini e permetterebbe il pascolamento già il giorno successivo all’assegnazione, assicurando il puntuale uso delle superfici pascolive ed evitando regole e trattamenti diversi”.
“Se la Regione Siciliana – dice Elvira Amata – ha preteso l’apertura obbligatoria di un codice pascolo per evitare qualsiasi forma di speculazione, è la stessa Regione che deve permettere agli allevatori di godere dei pascoli per i quali pagano importanti canoni”. “Per fugare ogni dubbio sull’onestà di questi allevatori e per consegnare ai cittadini atti amministrativi non soggetti a personali interpretazioni – conclude Regalbuto – è necessario che già dalla prossima campagna ad ogni lotto pascolivo corrisponda l’equivalente codice pascolo registrato sulla Banca fati nazionale zootecnica”.