“In questi anni non ho mai ricevuto una sola telefonata di solidarietà da parte dell’Onorevole Nello Musumeci”. Giuseppe Antoci replica così alle dichiarazioni del Presidente della Regione in merito al Commissariamento del Parco dei Nebrodi.
“Mai sentita la sua voce, mai una visita al Parco né prima né dopo l’attentato. L’ho soltanto incontrato una volta, per caso, in una trasmissione televisiva. Altro che vicinanza, ho invece avvertito un atteggiamento ostile, confermato dal fatto che nelle audizioni effettuate nella sua qualità di Presidente della Commissione Regionale Antimafia sono stati ascoltati, per la vicenda dei terreni in mano alla mafia, alcuni Sindaci del Parco e non invece la mia persona nella qualità di Presidente.
Di vicinanza, in effetti, ne ho avuta tanta: io e la mia famiglia l’abbiamo ricevuta dal Presidente Mattarella, che ha voluto accoglierci al Quirinale in occasione dell’Onorificenza conferitami proprio per il ruolo di Presidente del Parco dei Nebrodi, l’abbiamo ricevuta dai 400 Stati membri che ci hanno accolto a Ginevra conferendomi all’unanimità il Premio Continentale per l’Ambiente, assegnato per la prima volta ad un Italiano. L’abbiamo ricevuta con tanti altri importanti riconoscimenti nazionali ed internazionali che, insieme a migliaia di cittadini, siciliani e non – loro sì ! – hanno voluto dimostrare vicinanza, Signor Presidente, ma con i fatti. Ma ovviamente forse per lei tutti loro, nonché tutti i cittadini Siciliani da Lei oggi governati, nella loro mente avevano la stessa sua priorità: la mia rimozione.
Se il Presidente della Regione ci vuole veramente rassicurare, invece di darci il nome del commissario che transiterà per questo mese l’Ente verso la nomina del Presidente, ci dica, sin da adesso, il nome del prossimo Presidente del Parco dei Nebrodi. Ci rassicuri…Eviti di entrare nelle dinamiche politiche degli altri partiti e soprattutto eviti di assumere il tipico atteggiamento “dell’arrampicarsi sugli specchi”, per una decisione invece che ha una sola ed inequivocabile motivazione: dare un chiaro segnale che era urgente rimuovere Antoci prima della sua naturale ed ormai prossima, breve scadenza.
Ecco, ci dica perché… Liquidare il caso Antoci, che lui dice di non esistere, con la risposta “lo abbiamo fatto per tutti”, riferendosi alle sostituzioni dei vertici delle altre partecipate, rappresenta l’ennesima mancanza di rispetto per un uomo e una famiglia che di normalità non ha più nulla se non una casa presidiata dall’esercito e una vita ormai blindata e piena di preoccupazioni. La verità è che, mentre su Antoci si scarica l’odio delle famiglie mafiose siciliane e adesso, con l’applicazione del Protocollo diventato legge, anche quelle delle altre regioni, in Sicilia il nuovo governo regionale ha pensato bene di lanciare un messaggio forte attraverso la sua rimozione.
Presidente Musumeci: secondo Lei chi di questo sarà felice? La storia come sempre farà il suo corso. La mia coscienza è a posto, ho fatto il mio dovere fino in fondo, e continuerò a farlo, nonostante il suo nobile gesto che ha voluto regalarmi come “buonuscita” per questi anni di fedeltà alla Sicilia e al Paese. Stia tranquillo: rifarei ogni scelta fatta… nessuna esclusa….anche domattina, dopo tutto ciò. Ma se certamente una cosa non farei mai, è quello di utilizzare l’antimafia – come dice Lei – per campagne elettorali, perché l’antimafia, a Giuseppe Antoci, ha portato solamente notti insonni”.