Assunzioni in sanità, l’arresto di Catalfamo e il ruolo degli altri indagati

di Redazione
04/07/2023

Ci sono anche l’avvocato Angelita Pino, assessore alla Cultura al Comune di Barcellona, e il giornalista Santi Cautela fra gli indagati dell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari l’ex parlamentare regionale  di Forza Italia Antonio Catalfamo, e la dirigente medica dell’ospedale Papardo Francesca Paratore accusati di aver agito “per interessi privati”, per “agevolare persone vicine imponendo la loro assunzione nelle ditte private, che si aggiudicavano gli appalti relativi a servizi di pulizia e sanificazione della struttura ospedaliera, ovvero avvantaggiandoli nella partecipazione a pubblici concorsi, ovvero ancora nella predisposizione da parte dell’azienda Ospedaliera di bandi di gara ad hoc”.

Una inchiesta – come racconta Messina Today – che svelerebbe dunque ancora una volta come la sanità viene usata per scopi clientelari. Lunga la sfilza di accuse nei confronti dell’ex parlamentare e della Paratore che ricoprendo un ruolo direttivo all’interno dell’ospedale – si legge nelle 67 pagine dell’ordinanza di misura cautelare firmata dal Gip Tiziana Leanza – “fungeva da intermediario tra i dirigenti amministrativi dell’ospedale Papardo e il consigliere regionale, di cui sosteneva le indebite pretese”.

Pretese che passavano dalla necessità di garantire uno stipendio al giornalista che curava l’immagine del parlamentare, ma anche l’assunzione di un consigliere del quinto quartiere alle dipendenze della ditta “Pulitori e Affini spa”, esercitando pressioni a suon di minacce su Salvatore Munafò e Mario Paino, rispettivamente dirigente amministrativo e direttore generale del Papardo. Ma l’accusa documenta anche il tentativo di corrompere l’avvocato Pino – esponente di Forza Italia e all’epoca dei fatti consigliere comunale – assegnandole incarichi in cambio di una adesione al movimento politico di Catalfamo “Prima il territorio” che però non è andata a buon fine.

Più “fortuna” invece avrebbero avuto le attenzioni riservate al giornalista Santi Cautela, che su input di Catalfamo – per il quale ha curato anche l’ufficio stampa – si è visto assegnare borse di studio al Papardo come esperto di comunicazione.

Secondo gli inquirenti è certo che Catalfamo, mosso dall’esigenza di assicurare a Cautela una collocazione lavorativa in ambito pubblico “che gli garantisse serenità economica necessaria per continuare a prestare gratuitamente i propri servigi a favore suo e del movimento politico di appartenenza, non abbia esitato ad attivarsi per propiziare l’indizione da parte dell’azienda ospedaliera Papardo di un bando ad hoc per l’assegnazione al suo protetto di una borsa di studio in materia di comunicazione”. La collaborazione della dirigente amministrativa Paratore emergerebbe anche dalle intercettazioni (“vabbè Antonio, tu lo sai che io faccio quello che mi dici tu, io non ho problemi… Antonio, allora tu lo sai benissimo che io intanto mi sto zitta sulle cose, intanto faccio quello che tu mi dici, basta che tu mi dici una cosa”).

La vicenda era stata anche contestata dal sindacato dei giornalisti che aveva segnalato all’allora manager non solo diverse anomalie nel bando ma anche nella gestione dell’ufficio stampa dell’ospedale contestando anche l’utilizzo di un giornalista assunto come borsista che, in realtà, veniva impiegato per redigere e inviare comunicati  per l’ente che non ha mai voluto procedere con un concorso pubblico per realizzare l’ufficio Stampa aziendale secondo le normative previste.

Fonte Messina Today

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