I pericoli nella tratta autostradale, lunga 183 km, che collega Messina a Buonfornello, sono sempre di più e dietro l’angolo. A parte l’esagerato numero di cantieri, nei quali si registrano frequenti riduzioni da due a una sola corsia di marcia, che determinano tempi di percorrenza esagerati, causando non solo fastidi, ma anche pericoli e danni economici a cittadini, lavoratori, aziende e ai numerosi turisti che ogni estate visitano la Sicilia, quello che oramai si registra spesso in questa arteria, è imbattersi in animali, sia selvatici che domestici.
Tutto ciò non fa che rappresentare in maniera chiara quelle che sono le condizioni di insicurezza sull’autostrada A20, dalla quale qualsiasi animale, sia domestico sia selvatico, può tranquillamente, in alcuni tratti, entrare e uscire. Ciò nonostante il CAS non solo continua a far pagare per intero il pedaggio, non tenendo minimamente conto del cosiddetto Price-Cap, ossia quel metodo che individua le tariffe in base ai servizi, alla pavimentazione, al manto stradale, alla sicurezza, ma da domani, giovedì 1 febbraio, ha annunciato l’aumento delle tariffe autostradali della rete in concessione, con un incremento del 2,3 %”. L’aumento spiega il Consorzio Autostrade Siciliane, va “in applicazione dell’articolo 8 comma 9 del decreto legge 30 dicembre 2023 numero 215”.
Percorrere l’A20 da Messina Nord a Buonfornello costerà 20 centesimi in più. Come anche sulla Messina-Catania, dove il costo del biglietto da 3,70 passerà a 3,90. Da Messina a Taormina l’aumento è di 10 centesimi. Si passa dai due euro tondi tondi a 2,10 euro.