A quanto pare non è bastata la multa di 500 mila euro combinata dall’Autorità garante per la concorrenza e il mercato (Agcm) al Consorzio per le autostrade siciliane (Cas) di 500 mila euro, in merito al forte disagio arrecato agli automobilisti siciliani dai numerosi lunghissimi cantieri sulle autostrade A20 Messina-Palermo e A18 Messina-Catania.
I pericoli nella tratta autostradale, lunga 183 km, che collega Messina a Buonfornello, sono sempre di più e dietro l’angolo. A parte l’esagerato numero di cantieri, nei quali si registrano frequenti riduzioni da due a una sola corsia di marcia, che determinano tempi di percorrenza esagerati, causando non solo fastidi, ma anche pericoli e danni economici a cittadini, lavoratori, aziende e ai numerosi turisti che ogni estate visitano la Sicilia, quello che oramai si registra spesso in questa arteria, è imbattersi in animali, sia selvatici che domestici.
L’ultimo caso, in ordine di tempo, si è registrato ieri. Automobilisti in transito sono rimasti basiti nel vedere un cavallo al galoppo lungo la corsia di sorpasso in autostrada. L’animale procedeva in direzione opposta al senso di marcia, all’altezza di Sant’Agata di Militello. Qualche giorno fa, sempre nell’A20, alcune mucche hanno occupato la galleria che dall’autostrada porta a Castelbuono. Tre bovini scappati da un pascolo nei pressi dello svincolo, si sono introdotti all’interno del tunnel autostradale che è, tra l’altro, ad una corsia per lavori di manutenzione. Immaginatevi la reazione degli automobilisti di fronte alla grave situazione di pericolo.
Se parliamo di maiali selvatici, questi, sull’autostrada A 20, oramai sono di casa. E’ facile imbattersi in branchi di suidi che scorrazzano indisturbati lungo l’arteria. Lo scorso settembre alcuni esemplari di suino nero hanno causato un incidente stradale, nel tratto compreso tra Santo Stefano di Camastra e Caronia. Un automobilista che percorreva la tratta si è trovato davanti gli animali selvatici che gli ostruivano la strada. L’uomo tenta con una brusca manovra di evitare l’impatto, ma senza riuscirci. L’auto colpisce in pieno 2 maiali selvatici finendo la propria corsa all’ingresso di una galleria. Stessa sorte per un’altra autovettura che seguiva con due signore a bordo che, trovando ostruita la carreggiata dai maiali e dal mezzo sinistratosi qualche istante prima, finisce anch’essa per impattare contro la barriera divisoria che accompagna l’entrata della galleria.
Tutto ciò non fa che rappresentare in maniera chiara quelle che sono le condizioni di insicurezza sull’autostrada A20, dalla quale qualsiasi animale, sia domestico sia selvatico, può tranquillamente, in alcuni tratti, entrare e uscire. Ciò nonostante il CAS continua a far pagare per intero il pedaggio non tenendo minimamente conto del cosiddetto Price-Cap, ossia quel metodo che individua le tariffe in base ai servizi, alla pavimentazione, al manto stradale, alla sicurezza.
Fotografando la situazione attuale in cui versano oggi l’arteria, una vera e proprie trazzera lungo la quale giornalmente viaggiatori mettono a repentaglio la propria vita, emerge uno stato di degrado che contribuisce a marcare, dal punto di vista infrastrutturale, quel divario che evidenzia come il Sud non riesce a stare al passo con il Nord. Si parla di progetti futuribili, come il Ponte sullo Stretto di Messina, e non di opere essenziali sulle quali necessitano interventi immediati, come l’autostrada in esame e la sua messa in sicurezza. Utilizzando un’ espressione idiomatica, che acquista significato solo nel dialetto siculo, in questa parte d’Italia “c’è di ittari i vuci”