Brolo, condannati due usurai: vessavano imprenditore
Sono stati condannati rispettivamente a 9 e 3 anni di reclusione gli usurai che hanno vessato per mesi un imprenditore cinquantenne di Brolo in gravi difficoltà economiche. Lo hanno stabilito i giudici del Tribunale di Patti.
Nel novembre del 2019 furono arrestati dai Carabinieri di Patti il 44enne Fortunato Calabrò, di Brolo, per cui il gip decise il carcere, e il 55enne di Messina Franco Chiaia, finito agli arresti domiciliari. I due vennero accusati di usura pluriaggravata in concorso, e il solo Calabrò anche di estorsione e lesioni personali.
Assolto invece perché il fatto non sussiste un altro imputato, il messinese 45enne Andrea La Spina, mentre era già stata stralciata la posizione di un quarto imputato, il 43enne messinese Alessandro Marchese.
Il commerciante brolese, titolare con il fratello di un negozio all’ingrosso di calzature, attanagliato dalla crisi economica ed oberato dai debiti contratti con le banche, nel dicembre del 2016 è caduto nella trappola dell’usura, accettando da Fortunato Calabrò, per il tramite di Franco Chiaia, la consegna di 50.000 euro in contanti con l’applicazione di un tasso di interesse usurario del 13% mensile, pari a 6.500 euro al mese.
L’imprenditore, con una parte del denaro ricevuto in prestito ha ripianato i debiti contratti nell’attività commerciale ed il resto lo ha dovuto da subito impiegare per soddisfare il pagamento degli interessi usurari, fino ad esaurire completamente, in soli otto mesi, le risorse economiche necessarie per accontentare i propri aguzzini. Ridotto in stato d’indigenza al punto di non riuscire a provvedere a sé stesso, è caduto nella disperazione ed a partire dall’estate del 2017, non riuscendo a fare fronte con puntualità alle pretese usurarie ha iniziato ad essere vittima di soprusi sempre più pressanti, minacce, prevaricazioni di ogni genere e violenze fisiche.
La vittima ha dovuto subire veri e propri “saccheggi”, per soddisfare le pressanti richieste economiche che gli venivano rivolte. Le indagini, condotte dai militari della Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Patti, hanno consentito di riscontrare passo per passo il drammatico racconto della vittima, vero punto di partenza dell’intera attività investigativa. Fino alla sentenza di oggi.