I militari del Comando provinciale della guardia di finanza di Catania hanno scoperto nel territorio di Bronte, una vera “azienda agricola” del crimine, i cui terreni, ospitavano una piantagione di marijuana costituita da oltre 250 piante ed il cui capannone fungeva da vera e propria industria della trasformazione e del confezionamento, con essiccatoi e macchinari professionali.
In particolare, i militari delle Compagnie di Paternò e della Pronto Impiego di Catania, in stretta sinergia con gli elicotteristi della Sezione aerea di Palermo, nel corso di un sorvolo nelle campagne di Bronte, hanno individuato un campo di circa mezzo ettaro, ben occultato tra gli anfratti lavici ed un frutteto, dove si stava coltivando marijuana. Le pattuglie a terra dei finanzieri hanno quindi raggiunto il luogo ed hanno avuto conferma dell’esistenza di una piantagione gestita in maniera professionale, costituita da 253 piante con infiorescenze, ormai pronte per la raccolta, di altezza compresa tra i 100 ed i 130 cm e per un peso lordo di circa 80 chilogrammi.
All’interno del fondo agricolo era peraltro presente un capannone, al cui interno sono stati rinvenuti strumenti e attrezzature utilizzate per la lavorazione e l’essiccazione delle piante, tra cui un trimmer che permette la raccolta veloce delle foglie dal fusto senza rovinarle. A riprova della gestione organizzata della piantagione, ancora la nota delle guardia di finanza, i militari hanno rilevato la cura e la pulizia della stessa, con le piante perfettamente disposte su filari, nonché la presenza di un eccellente sistema di “irrigazione a goccia” collegato alla cisterna d’acqua presente nei pressi del magazzino.
Le attività preliminari condotte dalle fiamme gialle e gli elementi raccolti durante l’intervento hanno inoltre permesso di individuare i proprietari del terreno, rivelatisi anche i veri gestori della piantagione, ovvero due fratelli catanesi di 55 e 33 anni, già noti alle forze dell’ordine per precedenti specifici. Appurate quindi le responsabilità dei due pluripregiudicati, il maggiore è stato tratto in arresto ed il secondo denunciato a piede libero per il reato di coltivazione e detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio
Appurate quindi le responsabilità dei due pluripregiudicati, il maggiore è stato tratto in arresto ed il secondo denunciato a piede libero per coltivazione e detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio. Il terreno, il capannone ed i macchinari sono stati sequestrati, mentre le piante contenenti la sostanza stupefacente, la cui vendita al dettaglio avrebbe fruttato oltre 500 mila, sono state distrutte sul posto. L’arresto del 55enne, su richiesta della Procura della Repubblica di Catania, è stato poi convalidato dal Gip del Tribunale etneo.