Cancellazione linea Pettineo-Messina, comunità bistrattate e mortificate

Il territorio e gli abitanti dei Nebrodi occidentali, nell’estrema periferia della provincia di Messina, sono ormai considerati di terza categoria, rispetto ai cittadini di qualsivoglia porzione di area dell’intero Stivale, e questo si era capito già da qualche tempo. Da quando, qualche anno fa, una politica miope e scellerata cominciò a svuotare la porzione di territorio a confine della provincia di Palermo tagliando e depotenziando strutture che in territori marginali rappresentano servizi essenziali, nonché occupazione. Parliamo della soppressione del tribunale di Mistretta, della chiusura del carcere, del depotenziamento dell’ospedale “SS Salvatore di Mistretta” che causarono ingenti disagi alle comunità e acuirono il fenomeno dello spopolamento.

A creare ancora disagi alle comunità ricadenti nell’area nebroidea occidentale si ci mette anche l’Azienda di trasporti Interbus che, dalle informazioni in nostro possesso, ha pensato di sopprimere la linea diretta Pettineo – Messina, tagliando, di fatto, l’unico collegamento diretto tra le realtà locali e Messina, il capoluogo di provincia.

Interbus avrebbe deciso che, a partire da giorno 3 gennaio, il servizio di pullman giornaliero, che parte da Pettineo facendo il giro da Motta D’Affermo, Mistretta, Santo Stefano di Camastra, raccogliendo pendolari anche di Tusa e Castel di Lucio, che fa capolinea a Messina, dev’essere sospeso. L’idea dell’Azienda ennese, con partecipazione pubblica di capitali, per abbassare i costi, è di mantenere pullman e orari modificando il servizio. Il bus farebbe lo stesso giro, prendendo in carico i passeggeri, che hanno la necessità di raggiungere Messina, accompagnandoli alla stazione ferroviaria di Santo Stefano di Camastra dove dovrebbero attendere il primo treno per il capoluogo di provincia.   

Un’altra batosta e ancora disagi per la popolazione di queste realtà locali che vivono la periferia, rispetto ai grossi centri, come una drammatica condizione. Cose che accadono dove conta la sola politica dei numeri che non tiene conto del fatto che le comunità, spesso con un esiguo numero di abitanti, rappresentano un baluardo culturale, sociale che si concretizza in un presidio autentico a garanzia e salvaguardia di gran parte del territorio siciliano.

In questi centri sarebbe particolarmente importante favorire il mantenimento dei servizi ancora presenti per assicurare ai residenti un livello accettabile di qualità della vita e per garantire pari dignità di fruizione dei servizi essenziali. Risulta decisivo agire su questo fronte visto che si è rilevato come, nei luoghi dove si sono persi i servizi pubblici essenziali, il processo di progressivo abbandono dei siti è divenuto inarrestabile con danni rilevanti per le comunità interessate.

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Pubblicato da
Giuseppe Salerno