Il Comune di Capo d’Orlando si costituirà parte civile nel processo col rito abbreviato a carico di Franco Mancari, 47 anni, accusato di estorsione continuata, perpetrata in danno del farmacista orlandino Gianfranco Velardi. L’udienza del procedimento che si tiene al Tribunale di Patti (il giudice è Eugenio Aliquò) è fissata per il prossimo primo dicembre.[sam_pro id=”1_1″ codes=”true”]
Il sindaco Francò Ingrillì ha dato incarico all’avvocato Antonino Muscarà di tutelare l’immagine del Comune paladino, poiché Velardi, vittima dell’estorsione era all’epoca dei fatti consigliere comunale. Il farmacista denunciò immediatamente l’accaduto alla polizia del locale commissariato consentendo di avviare le indagini che il primo marzo scorso portarono all’arresto di Mancari. Nel processo si costituiranno inoltre parte civile anche Ferderfarma, attraverso il presidente Francesco Mangano, con il legale Alberto Gullino e l’ordine dei farmacisti con l’avvocato Caterina Bonfiglio.
La vicenda emerse grazie alla coraggiosa denuncia di Velardi titolare della farmacia “Ida Arrigo”. Per un anno intero, secondo il racconto del medico, Mancari, peraltro già coinvolto nelle operazioni “Due Sicilie” e “Domino” e col quale vi erano all’inizio buoni rapporti di amicizia avrebbe preteso la corresponsione di somme di denaro che gli inquirenti quantificarono in circa 30 mila euro. Dalle carte dell’inchiesta emersero in particolare due episodi documentati da intercettazioni ambientali determinanti all’arresto del quarantasettenne, ai quali si aggiunsero anche le dichiarazioni rese in commissariato dal farmacista, consigliere comunale nello scorso mandato amministrativo e le velate minacce ai familiari ed al farmacista.
Nel mese di luglio le richieste divennero più esose tanto che Mancari avrebbe richiesto la cifra di 10 mila euro in un solo colpo, con la scusa di ottemperare ad un cospicuo debito, ma Velardi rispose di non essere in grado di pagare e che i protocolli di legalità della sua categoria gli impedivano di farlo. Sibillina la risposta dell’indagato messa a verbale dalla vittima nella sua deposizione. “Sappi che se mi denunci la giustizia in Italia funziona così dopo tre giorni esco e mi dovrai mantenere”. La conversazione fu registrata dalle “cimici” ormai posizionate dagli inquirenti nell’ufficio di Velardi all’interno della farmacia di via Consolare Antica. L’imputato, rappresentato dall’avvocato Salvatore Silvestro, si è sempre difeso affermando di aver solo chiesto aiuto a un amico e di non avere mai avuto intenzioni estorsive.