Castel di Lucio saluta le famiglie ucraine, esame accoglienza superato con lode
Domenica scorsa la comunità di Castel di Lucio ha salutato gli ultimi due nuclei familiari ucraini che, nell’ambito del progetto MEAN, hanno avuto modo di trascorrere nel piccolo borgo nebroideo un tempo di pace e serenità lontano dai territori teatro della terribile guerra russo-ucraina. Il progetto MEAN portato avanti dal Ministero delle Politiche Sociali Ucraino di concerto con la rete dei piccoli comuni del “welcome” ha coinvolto 15 comunità del sud-italia e tra questi Castel di Lucio.
“Abbiamo voluto cogliere l’opportunità offertaci dalla Rete dei Piccoli Comuni del Welcome, consci delle difficoltà che ci sarebbero state – ci dice il primo cittadino Giuseppe Nobile -. Nel Collegio delle Suore Francescane, luogo deputato ad ospitare i nostri nuovi amici, mancava tutto. Grazie al lavoro e alla solidarietà di un’intera comunità siamo riusciti nel giro di pochissimi giorni a rendere la struttura idonea ed accogliente e a progetto concluso sono davvero fiero, da amministratore e da cittadino castelluccese, per tutto quello che siamo riusciti a donare”.
Dall’1 luglio al 10 settembre, sono stati 4 i nuclei familiari accolti a Castel di Lucio, 16 persone in totale. Famiglie individuate dal Ministero Delle Politiche Sociali Ucraino tra le più fragili e bisognose di pace e tranquillità. “I bambini, senza sirene ed esplosioni, hanno potuto ritrovare sorrisi e gioia” “Purtroppo ritornando a casa – continua mamma Oksana – ci siamo resi conto che la favola che abbiamo vissuto per due settimane era finita”. “Abbiamo apprezzato molto il nostro soggiorno a Castel di Lucio – ci dice invece l’altra mamma, Katarina -. Posti incredibilmente belli, persone gentili e premurose che hanno riempito la nostra anima di bontà e che porteremo per sempre nei nostri cuori”.
Soddisfatto e fiero anche l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Castel di Lucio, Antonio Di Francesca. “Dallo scetticismo iniziale per una sfida che consideravo estremamente complicata, quasi impossibile, alla soddisfazione e all’ orgoglio per quanto fatto, il passo non è stato affatto breve. Tanto lavoro e tanto impegno profuso, ampiamente ripagato però dalla consapevolezza di aver fatto del bene, di averlo fatto al meglio ricevendo, al contempo, amore e riconoscenza dalle persone delle quali ti sei preso cura. È questo non ha prezzo”.