Castel di Lucio: scandali e polemiche, amministrazione sotto accusa

di Salvo Lapietra
09/12/2024

Un Consiglio comunale al vetriolo, quello al quale hanno assistito nei giorni scorsi parecchi cittadini nell’aula Paolo Borsellino del Comune di Castel di Lucio, dal quale traspare animosità, acredine e rancori tra gli schieramenti politici, che di certo non fanno bene alla piccola comunità, agli onori della cronaca nazionale, fino a poco tempo fa, per l’esemplare virtuosità. Oggi, invece, al centro dell’attenzione per un’inchiesta giornalistica avanzata dal programma di La7, PiazzaPulita, che ha dato il là a un’indagine sulla quale – dalle informazioni in nostro possesso – lavorano i magistrati delle procure sia contabile che amministrativa di Palermo, che, proprio sui finanziamenti alle associazioni vicine ai deputati regionali, vede il coinvolgimento anche dell’amministrazione comunale castelluccese per essersi prestata a quel che sembra un giro di denaro pubblico che aveva come fine ultimo quello di raggiungere le associazioni vicine a parlamentari regionali. Il punto non orbita attorno al fatto che i soldi siano stati correttamente spesi o meno, come cercano di giustificarsi ora gli amministratori del piccolo centro nebroideo.

Un finanziamento “interessante”

A Castel di Lucio, piccolo comune nebroideo di 1.200 anime, è accaduto qualcosa di “interessante”, giornalisticamente parlando. E non solo. Il Comune ha ottenuto un contributo di 147 mila euro per manifestazioni culturali da svolgere entro la fine dell’anno. Una cifra spropositata per una piccola realtà come Castel di Lucio. La cosa che in tutto questo fa specie è che il merito di questo finanziamento – come affermato da qualche amministratore prima dello “scandalo” – è stato attribuito all’Onorevole regionale De Leo, da poco passato tra le fila di Forza Italia. Fin qui nulla di eclatante, se nonché poi parte cospicua di questo finanziamento (80 mila euro circa) riprende la strada per Messina, luogo di residenza dell’onorevole. Nello specifico, 50 mila euro assegnati alla DAF Project per una rassegna teatrale e 30 mila euro alla Messina Tourism Bureau per pubblicazioni varie. Tutto normale tranne il fatto che, per pura coincidenza, notano i giornalisti di La7, il signor Giuseppe Ministeri, segretario dell’Onorevole De Leo, risulti, come si evince dal suo profilo Facebook, allo stesso tempo direttore della DAF Project e consulente della Messina Tourism Bureau oltre che consulente del gruppo misto alla Regione.

Familismo nell’amministrazione?

Le scelte politiche amministrative dell’esecutivo, guidato da Giuseppe Giordano, fanno storcere il naso a parecchi cittadini e accendono i riflettori su un’amministrazione della cosa pubblica che suscita parecchie perplessità, anche per “la tendenza a favorire i propri parenti” (è l’accusa che viene da parecchi cittadini), indipendentemente dalle loro reali abilità e competenze. Forse – dice qualcuno – non poteva che essere così, considerato che ad amministrare Castel di Lucio accanto al sindaco Giordano c’è la vice sindaca, Severina Mammana, cugina di primo grado del primo cittadino; l’assessore al Bilancio, Alessandro Giordano, cugino di primo grado del padre del sindaco; Giuseppe Presti, assessore ai lavori pubblici, compare del sindaco per via del rapporto di fidanzamento tra il figlio e la figlia del primo cittadino; Giuseppe Piscitello, assessore alla cultura, fidanzato della cugina del sindaco. Per non parlare della moglie dell’assessore al Bilancio, oggi a capo dell’Area amministrativa, nominata responsabile a pochi mesi dall’insediamento.

La mobilità interna e le critiche dei sindacati

Il Consiglio comunale aveva in uno dei punti all’ordine del giorno che ha acceso il dibattito, la discutibile mobilità interna. Lo scorso 30 ottobre 2024, il Segretario Comunale ha disposto un trasferimento temporaneo di due dipendenti. La manovra, ufficialmente giustificata da “necessità di servizio”, ha però immediatamente sollevato dubbi di opportunità e legittimità: Biagina Billone, fino ad allora responsabile dei servizi sociali e dell’ufficio elettorale, senza alcun motivo apparente, viene spostata presso l’Area Contabile per fare spazio a Maria Rita Giordano, sorella del Sindaco, che lascia l’area tecnica (creando un vuoto di personale all’Ufficio tecnico) per passare a responsabile dei servizi sociali e collaboratrice dell’ufficio elettorale. Una mobilità giustificata, goffamente, dai titoli di studio in possesso della Giordano.

E proprio su questo punto non tarda ad arrivare la nota della UIL FPL di Messina, che contrattacca:
«Il requisito di partecipazione limitato al solo titolo di studio della laurea in Economia e Commercio o del Diploma di Ragioneria per la mobilità dall’Area Amministrativa all’Area contabile, esclude di fatto la partecipazione degli eventuali altri dipendenti appartenenti all’Area degli Istruttori dell’Ente, in difformità ai requisiti di base previsti per l’accesso all’Area degli istruttori ivi compresa la declaratoria indicata nel vigente CCNL; Inoltre, l’obbligatorietà del nulla osta, da parte del responsabile della struttura alla quale la dipendente è assegnata di fatto, impedisce l’eventuale intenzione a trasferirsi; La dipendente Giordano Maria Rita, in mobilità provvisoria, oltre a risultare inspiegabilmente in forza contemporaneamente all’Area Tecnica e all’Area Amministrativa, sembrerebbe essere gratificata professionalmente con l’attribuzione di responsabilità istruttoria e procedimentale del servizio “Solidarietà sociale”, mentre alla dipendente Billone Biagina, anch’essa in mobilità provvisoria, non le sono state riservate le stesse condizioni. Altresì, non è ben chiaro a quale responsabile si dovrebbe rivolgere la dipendente Billone Biagina per ottenere il nulla-osta ad un eventuale richiesta di trasferimento definitivo, dal momento in cui non risulta in forza all’Area amministrativa e all’Area contabile è assegnata provvisoriamente. Non vorremmo per nulla immaginare sia intenzione di codesta amministrazione, far ricadere necessariamente sulla predetta dipendente».

Accuse di malagestione

Quello della mobilità interna a favore della sorella del sindaco Giordano pare essere solo l’ultima, in ordine di tempo, delle pratiche messe in atto dall’amministrazione. Qualcuno sospetta che la riapertura dei termini del bando per l’assegnazione di borse di studio, lo scorso gennaio, fu fatta per dare la possibilità alla cugina del sindaco di rientrarci (considerato che la stessa fu l’unica a parteciparvi). Per non parlare della legittima, ma inopportuna assegnazione da parte del Comune dei lavori di messa in sicurezza pendii per caduta massi, rifacimento condutture e recinzione sorgenti (per € 112.248,99 oltre IVA al netto del ribasso del -2%) a favore del fratello dell’assessore ai lavori pubblici.

Una denuncia inquietante

Un aspetto degno di attenzione giornalistica, che ha catturato l’attenzione anche dei tanti presenti all’assemblea pubblica, è stata l’affermazione dell’assessore Alessandro Giordano, il quale ha asserito pubblicamente di aver avuto informazioni circa un fascicolo in Prefettura pieno di una serie di “documenti-denuncia” di presunta malagestio imputabili all’Amministrazione comunale, inviati dalla minoranza al Prefetto di Messina, al solo fine di causare il commissariamento dell’Ente. Quanto affermato dall’assessore al Bilancio è tanto grave quanto inquietante, poiché denuncia un reato. Qualcuno, un pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio presso la Prefettura, stante alle dichiarazioni di Giordano, terrebbe informato l’assessore divulgando notizie interne che per loro natura devono rimanere segrete per il bene giuridico e il buon andamento della Pubblica amministrazione.

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