Castel di Lucio, torna l’esclusivo rito delle Quarantore
Tutto pronto per l’inizio delle Quarantore, a Castel di Lucio. Spazzati gli ultimi residui del Carnevale paesano, è veloce per la comunità il passaggio dall’euforia al raccoglimento, nel percorso picchettato di palme, alloro e arance, che dalla Chiesa Madre, in Piazza Umberto I, conduce alla chiesetta di San Carlo, edificata nella prima metà del XVII secolo, e che al suo interno custodisce il dipinto settecentesco di Nicolò Di Salvo, dell’omonimo santo, ritratto in atto penitenziale durante la peste di Milano.
Punto di inizio, quello delle Quarantore, del periodo forte quaresimale con il medesimo allestimento, che avverrà, invece, nei due giorni a seguire la Domenica delle Palme, nella chiesetta del SS. Sacramento.
Due settimane di lavoro certosino, per alcuni dei 45 iscritti alla Confraternita di San Carlo Borromeo, sempre meno e pochi per svariati motivi, e a detta del cassiere Platia Domenico, di un vivaio che, purtroppo, stenta a fiorire: circa 600 kg di arance, provenienti da contrada Romei nell’agro del comune di Mistretta, quasi a Km zero, legate in ‘cunocchi’ e fissati ai supporti di ferro, i cui disegni omaggiano Gesù nell’Ostensorio.
Una tradizione siciliana unica, quella dell’allestimento scenografico della chiesetta di San Carlo, seconda per superficie dopo Chiesa Madre, che trae origine da un dono votivo, intorno agli inizi del ‘900, da ritenere antecedente, come da Sermone Quarantore 1848, per la mancata registrazione della gratuità del gesto. Un’atmosfera bucolica di colori e fragranze, che concedono al visitatore di immergersi in un’atmosfera del tutto trascendentale, fruibile nei giorni 19 – 20 – 21, a Castel di Lucio .