L’Ufficio del Giudice di Pace di Tortorici è stato chiuso. La decisione è stata presa dal Ministero della Giustizia con un decreto firmato il 29 dicembre e pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale dove si legge che la Commissione straordinaria incaricata della gestione provvisoria del Comune di Tortorici ha fatto sapere che la condizione di dissesto finanziario impedisce all’Ente di continuare a sostenere l’onere economico dei costi di funzionamento dell’Ufficio del giudice di pace. La notizia era nell’aria da giorni, tanto che si era anche svolto un sit-in di protesta che chiedeva di fermare la soppressione.
La cessazione dell’ufficio ha scatenato la reazione del sindaco di Galati Mamertino Vincenzo Amadore che ha commentato la notizia su Facebook: “Da Sindaco e soprattutto da cittadino di questo territorio non posso certamente rimanere in silenzio dopo l’ennesimo “scippo” perpetrato ai danni dei nostri già martoriati Nebrodi. “Scippo” compiuto in un momento in cui questo territorio aveva più bisogno d’aiuto e nell’indifferenza più totale delle istituzioni che ci governano “dall’alto” e che dovrebbero rappresentarci. Dopo il decreto firmato dal Ministro della Giustizia Marta Cartabia – pubblicato ieri sulla gazzetta ufficiale – pare sia ormai ufficiale la soppressione del Giudice di Pace di Tortorici. Tra le motivazioni si fa riferimento, in particolare, alla corrispondenza intercorsa tra il Presidente del Tribunale di Patti e la Commissione Straordinaria che amministra l’Ente che aveva manifestato le difficoltà a sostenere i costi del presidio e la chiara volontà a quanto pare di sopprimerlo”.
“Non riesco ancora a spiegarmi come in un comune “commissariato” per infiltrazioni delle organizzazioni criminali un importante presidio di legalità (a servizio peraltro dei vicini comuni di Galati Mamertino, Castell’Umberto, Longi, Ucria e Floresta) venga soppresso determinandone la chiusura con notevoli disagi per gli abitanti di questi comuni che già soffrono la lunga distanza dalla sede più prossima del Tribunale. Tutto ciò nonostante il livello di soddisfazione del servizio è molto alto (e lo dico da avvocato!) e la “domanda” dello stesso è destinata a crescere (in relazione anche alle nuove competenze attribuite ai Giudici di Pace). La soppressione avviene nonostante l’ ultima ispezione ministeriale non aveva evidenziato gravi lacune sull’operato del personale assegnato all’ ufficio, anzi si legge testualmente nella relazione che “raramente si può riscontrare la presenza di personale così professionalmente preparato”. Il presidente del Tribunale di Patti, inoltre, aveva espresso con chiarezza un parere nel quale riaffermava la necessità del presidio. Si decide di chiudere nonostante i comuni che usufruiscono del servizio erano e si sono dimostrati disponibili a sostenere le poche migliaia di euro di spese delle utenze (tenuto conto che la sede del Giudice di Pace è ubicata in locali del Ministero della Giustizia e pertanto non ci sono neanche spese di fitto!!). Altro che “esito negativo delle interlocuzioni avviate con i Sindaci dei comuni ricadenti nella circoscrizione” (come paradossalmente si evince dal provvedimento!!).
“A quanto pare la colpa dei Sindaci sarebbe quella di non aver partecipato nel sostenere gli oneri economici dei dipendenti che sono distaccati dal comune di Tortorici (comune comunque con un numero di impiegati, fra stabilizzati e non, non certo risicato!!). Se il problema è questo il Comune di Galati Mamertino si dichiara pronto sin da ora ad ospitare gli uffici nei propri locali e a mettere a disposizione i dipendenti del proprio comune. Sarebbe un vanto ed un orgoglio per la mia comunità. Proprio mentre i Sindaci degli altri Comuni sede degli Uffici del Giudice di Pace continuano a fare il possibile per mantenere in vita questi importanti presidi, una inspiegabile scelta vuole cancellare con un colpo di spugna non solo un importante punto di riferimento per il territorio, ma anche la fiducia di molti degli abitanti che lo popolano. Ecco perché non posso rimanere in silenzio. Ecco perché, se è il caso, scriverò personalmente anche al Ministro Cartabia. Ecco perché invito pubblicamente i colleghi Sindaci del comprensorio, i colleghi avvocati e i cittadini ad unirsi in quella che è una “battaglia” di legalità, di speranza e di orgoglio per un territorio dalle mille potenzialità che deve reagire. I Nebrodi non chiudono…rilanciano” – conclude Amadore.