Comune di Acquedolci, chieste le dimissioni del presidente del Consiglio. Riolo: “vicende folcloristiche”
Al Comune di Acquedolci, a distanza di appena due anni dalle elezioni amministrative che hanno riconfermato l’avvocato Alvaro Riolo come sindaco, la maggioranza, a lui vicina, sembra essersi spaccata. Le polemiche e i battibecchi erano sorti da tempo nei social, ma adesso il caso è scoppiato ufficialmente.
Giovedì 19, con un documento ufficiale presentato al protocollo dell’ente municipale, sono state chieste le dimissioni dalla carica al Presidente del consiglio comunale eletto dalla stessa maggioranza, Giuseppe Salerno. Nel documento vengono addotte motivazioni di varia natura ma viene chiaramente indicato come interrotto il rapporto di fiducia tra il presidente del consiglio e il gruppo consiliare che sostiene il sindaco. “Nell’ultimo consiglio comunale – si legge nella lettera del gruppo di maggioranza consiliare e della giunta – il presidente del consiglio ha convocato la seduta senza alcuna condivisione con gli altri componenti della maggioranza consiliare, né tanto meno aver consultato l’amministrazione comunale”. Poi i firmatari rincarano la dose, scrivendo che “il Salerno aveva adottato in seno al consiglio comunale ed anche al di fuori di esso un ulteriore grave comportamento, con attacchi nella sfera personale…alla persona del sindaco e di alcuni componenti della giunta”.
Ci sarebbero due osservazioni da avanzare sulle firme poste in calce al documento e quelle mancanti. Il documento è sottoscritto anche dal consigliere Natoli che stranamente, pur essendosi dichiarato indipendente, adesso unisce la propria firma a quella del gruppo di maggioranza cui, evidentemente, ha aderito non si sa per quali ragioni, essendo stato eletto con il gruppo di minoranza che aveva proposto un programma distinto e distante da quello del sindaco Riolo. Altra considerazione politica sul documento è quella che tra i consiglieri che chiedono a Salerno di dimettersi non figura la firma, oltre a quella naturale dello stesso Salerno, della consigliera Elisabetta Russo, anch’essa originariamente eletta con la maggioranza e che evidentemente ha formato un nuovo gruppo indipendente con lo stesso Salerno e, cosa ancor più politicamente inquietante, è che le dimissioni vengono richieste dalla giunta municipale, che non ha competenze sulla nomina del presidente del consiglio e che è organo controllato dal consiglio stesso. Il capogruppo dell’opposizione Ciro Gallo ha dichiarato che la maggioranza è a pezzi.
Cosa succederà ora? Il presidente Salerno dovrà decidere se accogliere la richiesta di dimissioni proveniente dalla sua ex compagine o se lo stesso deciderà di mantenere il ruolo di presidente che il consiglio gli ha assegnato, continuando a svolgere la funzione con l’imparzialità che il ruolo gli impone. I numeri in aula propendono per la seconda ipotesi, in quanto la maggioranza attualmente conta soltanto 7 consiglieri e l’opposizione 5 e non ci sarebbero motivi istituzionali per la revoca ma soltanto screzi politici.
Il sindaco Alvaro Riolo commenta così la vicenda:
Se si vuole ragionare di politica in termini politici. Già nel dicembre 2019, a due anni e mezzo del primo mandato, si parlava di maggioranza disgregata, di assenza di numeri, di imminenza di elezioni anticipate. All’epoca osservai serenamente che non vi era alcun problema di numeri, consigliando alla minoranza di preoccuparsi di ciò che avveniva tra le sue fila e non di ciò che avveniva nella maggioranza. Come andò a finire? Mandato completato con tutto votato all’unanimità dal gruppo di maggioranza, spaccatura irreversibile della minoranza, riconferma del Sindaco con ampio margine.
Oggi qualcuno parla di disgregazione della maggioranza; in modo affettuoso, ripeto il vecchio consiglio, non ti curar del vicino ma guarda cosa avviene in casa tua. Indice della disgregazione della maggioranza sarebbe approvazione di un regolamento e la firma di un documento politico. Per quanto riguarda il regolamento, non voluto dal sindaco, osservo che è stato approvato da tre consiglieri con voto contrario di due; più che di maggioranza digregata parlerei di maggioranza occasionalmente assente, ciò dovuto in parte alla tormentata convocazione che non ha tenuto dei vari impedimenti. Si precisa che è stata depositata proposta di revoca a firma di sette consiglieri (maggioranza consiliare abbondante).
Il documento della disgregazione è stato approvato da sette consiglieri (maggioranza abbondante dei consiglieri), unanimità della giunta. La quasi totalità delle forze politiche, che hanno sostenuto questa compagine, condivide il documento che non vuole essere contro nessuno, ma esprime la lontananza del gruppo da certe condotte e modalità di fare politica. Posso tranquillamente affermare che il detto documento esprime un momento di compattezza di un gruppo coeso, sempre più ampio nel paese. Fermo restando che ad oggi non abbiamo dichiarazioni dei due componenti di maggioranza, che hanno votato il regolamento, di abbandono del gruppo di maggioranza, ma anche con i numeri attribuitici (7 maggioranza e 5 minoranza) si può affermare che il sindaco può contare su una base consiliare solida e quanto mai compatta.
E con ciò penso di avere dedicato fin troppo tempo a vicende folcloristiche sottraendolo alle questioni serie, sulle quali l’amministrazione è impegnata e che interessano ai cittadini. 1) Approvvigionamemto idrico, potenziamento ed efficienza pozzi. 2) Scuola, trasporto pulmino, mensa, manutenzione locali, consegna palestra. 3) Interventi richiesti dalla corte dei conti, sulle modalità di pagamento dei debiti creati dall’amministrazione Gallo. 4) Stabilizzazione dei precari. Su queste quattro tematiche a breve misureremo i numeri della maggioranza ed anche i lumi della ragione.