La Prefettura di Messina ha avviato la procedura atta a verificare se sussistono le condizioni per lo scioglimento del comune di Mistretta, per infiltrazione mafiosa. L’iter amministrativo pare sia stato avviato, qualche giorno fa, dal Prefetto Maria Carmela Librizzi che, informata dalla magistratura del potenziale rischio d’infiltrazioni mafiose, avrebbe disposto l’avvio della procedura di accesso agli atti del Comune amastratino.
Prossimamente verrà nominata una commissione prefettizia che, appena riceverà formalmente l’incarico, si metterà a lavoro ed avrà 3 mesi di tempo, prorogabili per altri 3 mesi, per svolgere un’attività d’indagine, valutando la consistenza degli elementi sui quali fondare la proposta di scioglimento, rappresentati da eventuali vizi o da anomalie sull’azione amministrativa esercitata dall’organo esecutivo e dal Consiglio comunale in capo all’Ente. Al termine dei lavori, la medesima commissione, avrà il compito di redige una relazione diretta al Prefetto che, a sua volta, stenderà un rapporto che, entro 45 giorni, dovrà inviare al Ministro dell’Interno, affinché valuti l’opportunità di giungere ad uno scioglimento.
Le cause che concorrono alla valutazione per l’eventuale scioglimento prendono spunto dall’operazione denominata “Concussio”, condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Messina e coordinata dai Sostituti Procuratori della Repubblica di Messina, Angelo Cavallo e Vito Di Giorgio, scattata lo scorso 20 aprile in cui sarebbe coinvolto un consigliere comunale di Mistretta, Vincenzo Tamburello, imputato per tentata estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso, attualmente detenuto e da altra causa che, dalle informazioni in nostro possesso, riguarderebbe altro/i soggetti politici per i quali pare sarebbero state accertate e documentate, dai Carabinieri del Comando Provinciale di Enna, frequentazioni con pregiudicati ritenuti responsabili dei delitti di associazione per delinquere di tipo mafioso.