Con Ponte sullo Stretto il più vasto sistema metropolitano mediterraneo

Creare uno dei più vasti sistemi metropolitani del Mediterraneo collegando stabilmente Reggio Calabria, Messina, Villa San Giovanni e Catania. E’ una delle grandi ambizioni del progetto di costruzione del Ponte sullo Stretto, un’opera allo studio da decenni, esaminata con analisi e valutazioni tecniche, che ha visto passare governi e legislature, ha superato una gara d’appalto internazionale, prima è stata approvata e poi bloccata.

A Cannitello (Villa San Giovanni) è stato già spostato l’asse ferroviario, che non interferisce più con l’eventuale pilone del ponte. Proprio nella ferrovia c’è uno dei punti centrali dell’infrastruttura, una spinta fondamentale per modernizzare la rete dell’Isola ma anche per realizzare l’alta velocità in Calabria e Sicilia. Lo Stretto, poi, rientra nel tracciato previsto dall’Unione europea con le reti Ten-T, attraverso il corridoio ad alta velocità Berlino-Palermo. Sul tema, in attesa della relazione della commissione ministeriale, il governo prende tempo ma diverse forze politiche, in un intergruppo parlamentare, chiedono che l’infrastruttura venga realizzata e si ponga fine a quello che sembra un eterno dibattito.

“Per noi di Forza Italia è indispensabile sapere se questo governo è a favore della realizzazione del ponte sullo Stretto oppure no, indipendentemente dalla modalità attraverso cui deve essere finanziato”, spiega all’Italpress Stefania Prestigiacomo, deputata di Forza Italia. “Questa infrastruttura – prosegue – per noi rappresenta l’unica possibilità per modificare il destino del Mezzogiorno”. Per la deputata “i motivi per cui il governo non si pronuncia non possono certo essere motivazioni burocratiche o le tempistiche del Recovery, nè può essere il fatto che si è demandata la valutazione a una commissione ministeriale. Siamo di fronte – continua – a un progetto cantierabile che è stato già vagliato da tutti gli organismi e non c’è ragione per cui debba essere modificato. Equivarrebbe a una presa in giro per gli italiani”.

Secondo Prestigiacomo, inoltre, c’è la possibilità che la realizzazione del ponte possa “essere più celere rispetto a dieci anni fa dal momento che abbiamo nuove tecnologie disponibili”. “A questo punto – aggiunge – è solo una questione ideologica, che è inaccettabile”.

Le risorse, quindi, ci sarebbero: Recovery, Fondo Sviluppo e Coesione o quelle previste per le reti Ten-t, per esempio. “Per noi è importante che faccia parte del Recovery plan perchè significherebbe avere una scadenza temporale e vedere finalmente un orizzonte”, evidenzia Prestigiacomo, spiegando che “il tema delle risorse è l’unico problema che non c’è” perchè il ponte potrebbe essere finanziato in parte con il Pnrr e in parte con altri fondi. “Nel 2021 – sottolinea – non si può che ammettere di avere accumulato un ritardo storico il cui prezzo è stato pagato dalle popolazioni del Mezzogiorno. E’ anche una questione di diritti. Salerno-Milano si percorre in sei ore mentre la stessa distanza da Siracusa a Roma si percorre in dodici ore”.
I costi dell’insularità per la Sicilia ammontano a circa sei miliardi di euro all’anno, secondo un recente studio condotto dalla Regione con il supporto dell’Istituto di ricerca Prometeia. Da considerare, poi, le difficoltà socio-economiche e occupazionali che colpiscono l’intera area del Sud e la costante fuga di giovani da queste regioni.

“Le grandi infrastrutture di collegamento europee – spiega all‘Italpress Silvia Vono, senatrice di Italia Viva – sono fondamentali in un’ottica di sviluppo socio-economico e credo che la questione del Ponte sullo Stretto non possa essere relegata, com’è avvenuto, semplicemente alla mercè di mere questioni ideologiche travestite da spot tecnici e ambientali di scarsa consistenza. L’intergruppo parlamentare ‘Ponte sullo stretto: rilancio e sviluppo italiano che parte dal Sud’, di cui mi onoro di essere la fondatrice – prosegue -, e che ho condiviso con più di 50 parlamentari di tutti gli schieramenti politici che, come me, sostengono una visione di un’Italia fortemente competitiva nel Mediterraneo, mi rende orgogliosa di sostenere un progetto definitivo che ha tutte le caratteristiche dell’immediata cantierabilità constando degli studi quarantennali di università di tutto il mondo e tecnici esperti ed avendo già il nostro Governo investito ingenti risorse personali ed economiche”. Per Vono “partire dal rilancio del sud con un collegamento che velocizzerebbe l’intero asse italiano e mediterraneo è un’occasione di crescita anche per il singolo cittadino perchè – spiega – agevola la manutenzione e la riqualificazione delle infrastrutture locali che altrimenti, per via della scarsa destinazione d’uso, sarebbero fortemente limitate, senza pensare alle possibilità di occupazione lavorativa”.

 

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Redazione