Concussio, Corte d’Appello ribalta sentenza di primo grado: condannato Tamburello
I giudici di appello di Messina ribaltano la sentenza di primo grado con la quale il Tribunale collegiale di Patti, il 12 febbraio 2020, assolveva Vincenzo Tamburello , accusato di “tentata estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso” e accogliendo la richiesta della Procura Generale di Messina condanna l’ex consigliere comunale di Mistretta, a tre anni e duemila e 100 di multa, l’interdizione per anni 5 dai pubblici uffici, condannandolo al risarcimento del danno in favore delle costituite Parti Civili, insieme a Pino Lo Re e Isabella Di Bella.
L’inchiesta, denominata “Concussio”, nell’aprile del 2018, aveva portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Messina su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo peloritana, guidata dal Procuratore della Repubblica Maurizio De Lucia nei confronti di Giuseppe Lo Re, Isabella Di Bella e Vincenzo Tamburello. I tre – secondo gli inquirenti – avrebbero imposto il pizzo sui lavori di restauro delle opere di «Fiumara d’Arte», mentre era in corso la gara, indetta dal Comune di Mistretta, per i lavori di valorizzazione e fruizione del patrimonio artistico contemporaneo nebroideo.
Il Tribunale collegiale di Patti, il 12 febbraio 2020, condannava a 7 anni e 6 mesi di reclusione e al pagamento di 2.500 euro di multa Giuseppe Lo Re; a 3 anni di reclusione e al pagamento di 2.100 euro di multa, Isabella Di Bella e assolveva l’ex consigliere comunale di Mistretta, Vincenzo Tamburello, per non aver commesso il fatto.
La vicenda approda in Corte D’Appello dove la Procura Generale di Messina, chiede il rigetto dell’istanza presentato dalle parti, le quali, a loro volta, chiedono l’annullamento della sentenza di primo grado nei confronti di Pino Lo Re e Isabella Di Bella – nonché degli altri sei imputati accusati, e condannati in primo grado per trasferimento fraudolento di valori in concorso con Lo Re: Annamaria Hristache a 2 anni e 4 mesi, Mario Bonelli a 2 anni e 2 mesi, Giuseppe Belvedere, Dimitrina Dimitrova, Florian Florea e Dimona Dimitrova Gueorguieva tutti a 2 anni – e l’accoglimento del proprio appello contro l’assoluzione in primo grado nei confronti di Vincenzo Tamburello chiedendo per quest’ultimo una condanna a tre anni e duemila euro di multa.
Il Collegio della Corte d’Appello, presieduto da Alfredo Sicuro, dopo aver ascoltato le due persone offese, la coppia di coniugi imprenditori edili, Rosario Fortunato e la moglie Barbara Scaffidi (che confermano sostanzialmente la deposizione resa in primo grado) coloro i quali il 23 gennaio 2016, convocati per la terza volta dai Carabinieri del Comando di Messina, denunciano una tentata estorsione, dopo 3 ore di camera di consiglio, oltre a ribaltare la sentenza di assoluzione di Vincenzo Tamburello, condannando l’amastratino a tre anni, conferma le condanne inflitte in primo grado a Pino Lo Re e Isabella Di Bella, 7 anni e 6 mesi di reclusione e al pagamento di 2.500 euro per il primo e 3 anni di reclusione e al pagamento di 2.100 euro di multa, per la seconda, ritenendoli colpevoli di “tentata estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso” nell’ambito dell’inchiesta “Concussio”. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni.
Per gli altri sei imputati, accusati di trasferimento fraudolento di valori in concorso con lo stesso Pino Lo Re, i giudici di appello confermano a 2 anni e 2 mesi per Mario Bonelli e 2 anni per Giuseppe Belvedere. Riducono la condanna da 2 a 1 anno e 8 mesi per Dimitrina Dimitrova, Florian Florea e per Dimona Dimitrova Gueorguieva, pena sospesa. Relativamente a Annamaria Hristache, condannata in primo grado a 2 anni e 4 mesi, in accoglimento delle richieste avanzate dal proprio legale, Lucio Di Salvo, la Corte riforma la sentenza riconoscendo all’imputata le attenuanti generiche riducendo la pena ad anni 2 di reclusione, pena sospesa.