“Controcorrente” a Brolo, Renzi: “Iv guarda ai siciliani”
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha presentato ieri sera a Brolo il suo ultimo libro, “Controcorrente”. Il senatore fiorentino è stato accolto dal sindaco e deputato regionale di Iv, Giuseppe Laccoto. Ad intervistare l’ex presidente del consiglio è stata la giornalista de Il Giornale di Sicilia, Ivana Baiunco. Presente anche il presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone e la consigliera comunale di Sant’Agata Militello, Nancy Starvaggi.
“Italia Viva guarda ai siciliani. Noi richiamiamo l’attenzione sui temi di merito: fare le infrastrutture, previste dal Patto perla Sicilia (con fondi ancora non spesi); siamo quelli che vogliono creare posti di lavoro, e non vivere di sussidi, quello che dicono sblocchiamo il turismo: noi siamo all’opposizione del governo regionale”, ha detto Renzi.
Passaggio anche su chi ha lasciato il suo partito in Sicilia negli ultimi mesi: “Ho visto che ci sono stati dei parlamentari regionali che hanno scelto di abbandonare Italia Viva e si sono iscritti alla Lega. È una scelta che ovviamente non condivido: rimane il rispetto personale, oltre che la gratitudine per chi ci ha permesso di fare una battaglia contro corrente mandando a casa Conte e portando Draghi. Chi ci ha dato una mano ha la nostra gratitudine. Poi mi chiedo come si possa andare dentro il partito della Lega da siciliani, e aggiungo il partito della Lega che in questo momento è in una fase confusionaria“.
Renzi si è soffermato sull’attuale centrosinistra e le nuove strategie: “Non è chiaro cosa sia oggi il centro sinistra: se il centrosinistra è quello dell’accordo con i grillini noi siamo da un’altra parte. Non siamo noi che abbiamo cambiato idea, è il Pd che sta in alcune regioni d’Italia inseguendo i grillini. Questione di poco e se ne renderanno conto anche loro. Italia Viva sarà una sorpresa alle prossime elezioni: continuano a dirci che abbiamo solo il 2 per cento. E con il 2 per cento abbiamo fermato Salvini che voleva pieni poteri poi abbiamo mandato a casa Conte e Casalino. E meno male che abbiamo solo il 2 per cento: avessimo il 20 faremmo la rivoluzione”.
Non poteva mancare, naturalmente, un passaggio sul tema giustizia, incentrato sulla recente sentenza relativa alla presunta trattativa Stato-Mafia. “Abbiamo ricordato qualche giorno fa la memoria del giudice Livatino. La sua vita personale è un esempio come quelle di Falcone e Borsellino. Poi è arrivato Ingroia che pensava di essere Falcone. In questo contesto si è affrancata la narrazione di Travaglio ‘è Stato la mafia’, liberando così la mafia dalle sue evidenti colpe. La sentenza riguarda tre servitori dello Stato che sono stati accusati del peggiore dei crimini. È una cosa enorme quella che è accaduta. Leggete il Fatto Quotidiano di oggi, il direttore Travaglio scrive che dà la solidarietà a Bagarella, ai mafiosi condannati”, ha detto Renzi.
“Lo dico qui- ha aggiunto il leader di Italia Viva– in una terra profondamente ferita dalla mafia: pensa di essere ironico, ma come si fa? Io credo nella giustizia, che non la fa Travaglio con un editoriale, dobbiamo uscire dal populismo giudiziario scritto sui giornali e sui tweet: si aspettano le sentenze. Basta usare la giustizia come arma per distruggere un avversario politico così come ha fatto il Pd con Berlusconi”.
“Uno che prende un avviso di garanzia non è già condannato, siamo in una Costituzione garantista e non giustizialista. È una barbarie la giustizia via social”, ha concluso Renzi.
A Brolo Renzi ha incontrato anche il parlamentare europeo Pietro Bartolo: “Che bello riabbracciare dopo tanto tempo il mio amico Pietro Bartolo, oggi parlamentare europeo e ai tempi del nostro governo medico di Lampedusa e custode di civiltà”, ha sottolineato l’ex premier.