Controversie tra Acquedolci e San Fratello: una mozione all’ARS
Definire i rapporti patrimoniali e finanziari irrisolti tra i Comuni di San Fratello e Acquedolci per risolvere una questione che si trascina da 50 anni e, soprattutto, placare le tensioni istituzionali tra le due amministrazioni locali.
È la motivazione che sta alla base della mozione presentata all’Assemblea Regionale Siciliana dal deputato regionale di Italia Viva Giuseppe Laccoto e sottoscritta poi, trasversalmente, dai deputati messinesi di maggioranza e opposizione Bernadette Grasso, Pino Galluzzo, Antonio De Luca, Valentina Zafarana e Elvira Amata.
Con la mozione, si impegna il Governo Regionale “ad assumere immediatamente gli atti di competenza, compresi eventuali interventi normativi, al fine di pervenire alla definizione dei rapporti patrimoniali e finanziari tra i comuni di Acquedolci e San Fratello, scaturenti dal Decreto del Presidente della Regione Siciliana del 15 marzo 2011, e all’assegnazione mediante piano di riparto, anche triennale, delle somme quantificate, con oneri a valere sul fondo globale per le autonomie”, per un importo di un milione e 25mila euro. Si tratta di somme spettanti al Comune di Acquedolci per la cessione di alcuni terreni boschivi, circa 850 ettari, nell’ambito della definizione dei rapporti patrimoniali con San Fratello al momento dell’autonomia amministrativa del centro tirrenico risalente al 1969.
La mozione ripercorre la cronologia degli eventi ed evidenzia le mancanze dell’Assessorato alle Autonomie Locali “che non ha mai adempiuto alla fase finale di quanto previsto dall’art. 98 della L.R. 17/2004, ossia a emanare il Decreto di assegnazione delle somme, a causa della mancanza di fondi sul relativo capitolo di bilancio”. Da qui la richiesta al governo regionale di adottare gli atti necessari per giungere alla definizione dei rapporti finanziari e patrimoniali tra i due Comuni.
“È un intervento dovuto e indispensabile – commenta Giuseppe Laccoto – per sanare una questione annosa che ha strascichi giudiziari e mina la serenità e i rapporti istituzionali tra due comuni”.