Costantino in campo con De Luca: “Il territorio al centro del mio operato”
Valentina Costantino, dal 2018 sindaca di San Teodoro, piccolo centro montano dei Nebrodi, ha deciso di scendere in campo, insieme all’ex primo cittadino di Messina, Cateno De Luca, alle prossime elezioni regionali, in programma il 25 settembre e sarà anche candidata alle elezioni politiche nazionali, in un collegio uninominale. Noi di Nebrodi News l’abbiamo intervistata e ci ha raccontato i motivi che l’hanno spinta a correre per un seggio all’ARS, perché ha scelto De Luca e cosa farà se sarà eletta al Parlamento siciliano.
Sindaca, perché ha scelto di candidarsi alle Regionali del prossimo 25 settembre?
E’ stata una scelta quasi “naturale” dettata dall’esigenza di dare voce alla mia cittadinanza e al mio territorio, al di fuori degli schemi comunali, in quanto spesso e volentieri la maggior parte delle decisioni che ci coinvolgono non dipendono direttamente dall’operato amministrativo, ma da scelte di enti gerarchicamente superiori che sconoscono la realtà locale e le dinamiche territoriali.
Lei correrà per un seggio all’Assemblea Regionale Siciliana con Cateno De Luca, leader del movimento “Sicilia Vera” e candidato governatore della Sicilia. Cosa l’ha spinta a scegliere il progetto politico dell’ex sindaco di Messina?
Ho scelto di candidarmi con Cateno De Luca per la concretezza del progetto esposto e per la possibilità, per la prima volta, che il territorio che rappresento possa essere protagonista nelle scelte territoriali che fino ad ora abbiamo solamente subito. La buona amministrazione si applica solo se si ha una piena conoscenza della macchina amministrativa e De Luca lo ha confermato nel corso della sua esperienza di amministratore pubblico. Avro’ anche l’onore e il piacere di proporre la mia candidatura per le elezioni politiche nazionali, al mio collegio uninominale di appartenenza con la lista DE LUCA SINDACO DI ITALIA.
Come giudica l’operato del Governo Musumeci?
Per la mia personale esperienza e in relazione al territorio di cui sono amministratore pubblico da 14 anni, lo reputo un operato distratto e superficiale. E parlo di svariati settori, primi per tutti il settore sanitario, che ha penalizzato fortemente le nostre comunità con la privazione di servizi essenziali e basilari.
Lei è la prima cittadina di San Teodoro, piccolo centro montano dei Nebrodi. Quali sono le istanze principali che vorrà portare all’ARS? Cosa chiedono alla politica i cittadini delle aree interne della Sicilia?
Le istanze principali di queste comunità non possono che parlare di equità territoriale. In questo momento il posizionamento geografico dei comuni all’interno delle aree interne, rappresenta una condizione di svantaggio, quando invece vi sono tanti punti di forza su cui si potrebbe fare leva, affinché le stesse possano diventare un volano di trascinamento per l’intera regione sotto svariati settori.
La rappresentanza femminile è certamente aumentata in parlamento, nel governo e nelle amministrazioni locali. Ma difficilmente le donne ottengono ruoli di potere. Secondo lei perché e come si possono superare le differenze di genere in politica?
Non è una problematica che mi ha mai toccato nel corso della mia vita politica e professionale, ma riconosco che ad oggi purtroppo, non è una problematica superata a causa di pregiudizi ancora esistenti. Vari sondaggi e studi dimostrano come le figure femminili all’apice di ruoli di potere, a conti fatti dimostrino un’efficienza perfetta nel loro ruolo. Mi auguro che fra qualche tempo, non troppo lontano, queste siano argomentazioni di cui non ci sia piu la necessità di disquisire.
Se eletta quale sarà il primo disegno di legge sul quale lavorerà?
Sicuramente un disegno di legge riguardante l’emergenza sanitaria dei nostri territori, e parlo di servizio di continuità assistenziale, servizio di pediatria e vaccinazioni, medico di base. Non ci sono più le condizioni per andare ad elemosinare questi “diritti primari” e tecnicamente sentirci dire che ne siamo privi perché non raggiungiamo dati matematicamente rilevanti. Agire quindi sui parametri di definizione dei bacini d’utenza sanitari, in modo da garantire pari diritti alle nostre cittadinanze.