C’è anche un poliziotto di Sant’Agata Militello tra gli agenti della Polizia Penitenziaria, in servizio presso la Casa Circondariale “G. Panzera” di Reggio Calabria, che la Procura reggina ha messo sotto indagine, e a cui vengono contestati i reati di tortura e lesioni personali aggravate ai danni di un detenuto napoletano. L’agente è finito ai domiciliari mentre un’altro poliziotto santagatese è indagato a piede libero ma è stato sospeso dal servizio.
Secondo la ricostruzione operata allo stato degli atti, per coprire tali condotte, ed evitare conseguenze per una eventuale denuncia da parte del detenuto, il Comandante del Reparto avrebbe poi redatto una serie di atti (relazione di servizio, comunicazione di notizie di reato ed informative al Direttore del carcere), in relazione ai quali gli vengono contestati i delitti di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico, di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico per induzione, di omissione d’atti d’ufficio e di calunnia. Nei giorni successivi, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, lo stesso ufficiale avrebbe tentato di costringere, illegittimamente, un suo sottoposto a mostrargli delle relazioni di servizio relative alla sorveglianza dello stesso detenuto, e per tale motivo è stata formulata a suo carico anche l’ipotesi di tentata concussione.
Le indagini sono state avviate dopo la denuncia sporta dai familiari di alcuni detenuti, tutti di origine campana, a cui le persone recluse, nel corso di colloqui telefonici, avevano riferito di essere stati malmenati all’interno del carcere. I successivi approfondimenti investigativi, anche attraverso l’escussione dei reclusi da parte del pm titolare delle indagini, hanno permesso già in una prima fase di circoscrivere ad un solo detenuto le condotte violente, così come poi confermato dalla visione e analisi delle telecamere interne dell’istituto di pena.