“Ci avviamo sulla giusta strada per liberare la Sicilia dalla schiavitù delle discariche che spesso è resa più pesante dalla contiguità con ambienti mafiosi o spregiudicati”. Con queste parole, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, rilancia il tema della costruzione di due termovalorizzatori per risolvere il problema annoso dei rifiuti e delle discariche ormai al collasso.
La salvaguardia dell’ambiente, che non può più sostenere l’esistenza di 511 impianti di smaltimento, si intreccia con una volontà politica chiara del Governo regionale, che accelera sui termoutilizzatori facendo il punto della situazione in una conferenza stampa indetta a Palazzo d’Orleans a Palermo, nella quale sono stati forniti alcuni dati e le cifre legate al progetto della costruzione di due utilizzatori sul territorio siciliano, uno per coprire la zona occidentale e l’altro per la parte orientale dell’isola. A questo proposito, sono sette le proposte pervenute in seguito all’avviso lanciato dalla Regione a giugno 2021, con scadenza prorogata a dicembre scorso. Ancora ignote le società coinvolte e i siti nei quali verrebbero realizzati i due utilizzatori che saranno eventualmente considerati vincitori dal nucleo di valutazione, ancora impegnato a esaminare le proposte e che entro inizio marzo, rendendo note le proprie valutazioni, darà il via all’iter che richiede in media tempistiche pari a tre anni.
“Abbiamo aperto con questa procedura un capitolo nuovo nella stagione della politica dei rifiuti in Sicilia, avevamo detto sin dall’inizio che nei confronti dei termovalorizzatori o utilizzatori non avevamo particolari simpatie nè particolari antipatie – ha esordito il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci – Portiamo ancora troppa spazzatura negli impianti esistenti, che avevano raggiunto il numero di 511, un’enormità. C’è una parte indifferenziabile che può andare solo in discarica, ma noi non vogliamo farla andare in discarica, vogliamo farla diventare cenere. Ecco a cosa servono i termovalorizzatori: distruggono l’indifferenziata e producono energia. Si rende indispensabile ricorrere a due termoutilizzatori, previsti nel piano dei rifiuti che questo governo ha varato un anno dopo il suo insediamento”.
A questo proposito, la Regione valuterà le le proposte per poi procedere all’affidamento in concessione di progettazione, costruzione e gestione. I termovalorizzatori lavoreranno rifiuti non pericolosi e ne sorgeranno due, uno per la Sicilia occidentale e l’altro nella Sicilia orientale. “Altrove la spazzatura è una risorsa, da noi è sempre stata un problema – ha aggiunto il governatore siciliano – Con questa iniziativa noi abbiamo stimolato il mercato nella considerazione che la spazzatura se ben utilizzata diventa una risorsa”.
Uno sguardo ai numeri: i costi che la società vincitrice dovrebbe sostenere vanno da 263 milioni a 570 milioni in base al tipo di progetto e alla tecnologia utilizzata. Quasi tutti gli impianti oggetto di proposta hanno la stessa capacità annua di conferimento dei rifiuti, che oscilla da 400 mila tonnellate a 450 mila annue. La tecnologia proposta per gli utilizzatori comprende la combustione di incenerimento a griglia, Ricordando che per legge la Regione non può realizzare termovalorizzatori e che gli impianti sono compito delle Srr e quindi dei Comuni, Musumeci è poi sceso ulteriormente nei dettagli dell’operazione: “Non ci siamo sostituiti ai Comuni e non abbiamo imposto nulla. I Comuni hanno detto ‘non c’è alcuna opposizione, occupateneve voì. Credo che abbiano tutto l’interesse a vedere realizzati i termovalorizzatori. Stiamo procedendo d’intesa, o ci dicono qual è l’alternativa valida al termovalorizzatore o riconosciamo tutti che è una strada obbligata. Il problema dei rifiuti risiede nel fatto che dieci anni fa chi doveva agire non lo ha fatto, e ora ci troviamo 511 discariche. Bisogna correre coi termovalorizzatori, speriamo in una netta inversione di tendenza”.
Presente anche l’assessore all’energia, Daniela Baglieri, che ha sottolineato la spinta di questo Governo per una sostenibilità ambientale sempre più decisa: “Da un modello obsoleto delle discariche, seguendo le normative UE, dobbiamo fare questa transizione del mondo dei rifiuti. Passare dal modello delle discariche a un modello di economia circolare fatta realmente, abbiamo investito più di 350 milioni in impianti di compostaggio anche con tecnologie avanzate. Emerge una gestione chiara nella gestione dei rifiuti. Puntiamo sull’aumento della differenziata, una gestione efficiente del sistema infrastrutturale che avrà degli impatti in termini di Tari, andrà dunque a favore dei cittadini – ha concluso – Ci sono già esperienze di alcuni comuni virtuosi che stanno sperimentando la Tarip, cioè ‘pago per quanti rifiuti producò, la nostra è una visione chiara e moderna”.