La procura di Palermo ha aperto un fascicolo sul caos ai seggi elettorali, ieri in città, per l’assenza di presidenti in diverse sezioni in occasione delle elezioni Comunali e del voto per i Referendum sulla Giustizia. Le indagini sono state delegate alla Digos della Questura. Tra le ipotesi di reato ci sono da accertare l’interruzione di pubblico servizio, il rifiuto di atti d’ufficio e la violazione della Legge Elettorale 1960. Da quanto si apprende, i nominativi segnalati sono circa 200 e comprendono oltre ai 174 presidenti già nominati anche altri.
L’assenza “ingiustificata” e “improvvisa” dei presidenti e dei componenti di sezione (scrutinatori, ndr) ha causato, ieri, un notevole ritardo nelle operazioni di voto in molti seggi della città. I 64 sostituti presidenti erano stati trovati entro la mezzanotte di sabato, altri 60 nelle ore successive, ma alle 7 di mattina, orario in cui i cittadini avevano la possibilità di recarsi a votare, 50 sezioni erano ancora scoperte. E agli elettori è stato consigliato di tornare nelle ore successive, in attesa della nomina del presidente di seggio.
La situazione si è definitivamente risolta alle 13, con l’annuncio di Prefettura e Comune sulla nomina di tutti i presidenti senza bisogno che le sezioni venissero accorpate. Ma da Palazzo delle Aquile era stata manifestata l’intenzione di inviare gli atti alla Procura per accertare eventuali responsabilità penali. Adesso, con il fascicolo della Procura palermitana, l’obiettivo degli accertamenti sarà stabilire quanti tra i rinunciatari lo abbiano comunicato per tempo, con l’attacco hacker al sito del Comune che potrebbe aver impedito la ricezione delle pec e quanti invece non lo abbiano fatto. La possibile causa di una situazione così surreale sarebbe, nell’opinione di gran parte di elettori e scrutatori, la concomitanza con lo spareggio-promozione tra Palermo e Padova, che ha visto i rosanero tornare in serie B dopo tre anni.
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