Emergenza incendi, l’avvocato Regalbuto lancia una raccolta fondi
La nascente associazione “PiùUnitiPiùForti” ha lanciato una raccolta fondi, promossa dall’avvocato di Santo Stefano di Camastra Gabriella Regalbuto, promotrice dell’associazione e costante difensore del territorio e di chi lo vive.
Gli incendi che hanno devastato la Sicilia negli ultimi mesi, l’ultimo dei quali si è sviluppato proprio ieri nella zona tra le Madonie e i Nebrodi, hanno distrutto migliaia di ettari di terreni agricoli e devastato le aziende già duramente colpite dalla crisi economica e dalla crisi del settore.
Avvocato Regalbuto, perché ha sentito la necessità di impegnarsi anche in questa iniziativa?
Già prima di questi avvenimenti mi sono chiesta “perché dobbiamo sempre essere tutti contro tutti? categoria contro categoria? giusti e sbagliati?” Siamo tutti attori del nostro territorio; da qualunque parte noi stiamo. E in queste circostanze eccezionali e gravi, come gli incendi che hanno distrutto aziende e paesaggi nostri polmoni naturali, dobbiamo imparare a superare pregiudizi e divergenze e comprendere che siamo tutti custodi attenti del territorio; lo viviamo tutti e se ci spendiamo su di esso e per esso è perché ancora crediamo che questa Terra possa assicurare un futuro alle nostre famiglie e ai nostri figli. Quindi è un nostro dovere aiutare chi, senza colpa alcuna, oggi deve affrontare la ricostruzione della propria azienda. Queste persone non devono sentirsi sole e non basta più esprimere la propria solidarietà con le sole parole ma è necessario aiutarli concretamente; quindi vogliamo dare la possibilità a tutti di partecipare anche con un simbolico contributo economico.
Quale obiettivo vi siete posti con la raccolta fondi?
Gli allevatori del gruppo PiùUnitiPiùForti hanno da subito manifestato la volontà di aiutare i propri colleghi: a causa delle difficili norme sanitarie è impensabile donare dei capi di bestiame o mettere a disposizione degli allevamenti colpiti dei lotti di terreno pascolivo. Quindi, la cosa più semplice è raccogliere denaro, acquistare alimenti per il sostentamento degli animali e sgravare gli allevatori – almeno parzialmente – da questa spesa imprevista. Hanno da ricostruire recinzioni, condotte, tetti, fienili; hanno da ricostruire il proprio allevamento; le immagini degli animali gonfi e carbonizzati fanno rabbrividire. Non possiamo rimanere fermi davanti a tutto questo male. Superiamo quindi distanze, classificazioni, pregiudizi e uniamo le nostre forze per aiutare concretamente chi è in difficoltà.
Terminata questa emergenza la politica deve interrogarsi su come fare una seria campagna di prevenzione incendi. Lei cosa propone?
Il problema degli incendi in Sicilia c’è da sempre ma recentemente sono aumentati in numero e dimensioni. Il perché, a mio avviso, è spiegato con poche parole: allevatore custode. La politica ha smesso di credere e rispettare il ruolo da protagonista che questa figura svolge nella prevenzione degli incendi. Una politica attenta solo a discriminare la categoria, a permettere – silenziosa e complice – la distruzione della zootecnia siciliana è colpevole quanto gli incendiari. Non esiste una sola misura regionale specifica che aiuti le aziende a smacchiare i propri terreni. Quelle che contemplano anche la pulizia dei territori e dei boschi sono ferme per una pachidermica semplificazione e sburocratizzazione; i lotti pascolivi del demanio forestale vengono concessi per pochi mesi, a costi proibitivi e con pesanti oneri amministrativi/sanitari non affrontabili. Ad esempio i lotti del demanio forestale del territorio di Caronia non sono ancora pascolati perché le ASP ritardano nell’apertura dei codici pascolo. Per poi definire comunque gli allevatori speculatori, solo perché su quei terreni (per la cui concessione pagano cifre esagerate) chiedono i contributi comunitari a compensazione del mancato reddito. Riconoscere il ruolo dell’allevatore custode vuol dire comprendere che il bestiame mantiene pascoli e sottoboschi puliti. L’allevatore, poi è sentinella del territorio; è presente ogni giorno, è il primo che può dare l’allarme, il primo ad intervenire, il primo a pulire i terreni e le strade. Togliendo i terreni agli allevatori, distruggendo la zootecnia la politica siciliana ha fornito la benzina ai delinquenti che lucrano con gli incendi. La politica deve ascoltare i comitati spontanei; sedersi con chi vive il territorio e con chi ne affronta le difficoltà ogni giorno. Che questa sia l’occasione per comprendere una volta per tutte che l’allevatore è l’unico e autentico custode del territorio!!!