Floresta, la sfiducia al sindaco Cappadona: parlano i sette consiglieri
Da ieri Floresta non ha più il sindaco. Antonino Cappadona è stata sfiduciato dal Consiglio comunale ed è decaduto, insieme al consesso civico. Adesso nel piccolo Comune dei Nebrodi è in arrivo un commissario e l’Ente si preparerà per le prossime elezioni che dovrebbero essere svolte in autunno, insieme agli altri Comuni siciliani.
Sono state settimane lunghe, e, dopo la presentazione della mozione di sfiducia, non sono mancati gli attacchi e la controffensiva del sindaco che, oltre a presentare la relazione di metà mandato, ha anche fatto un comizio in piazza per difendere il suo operato attaccando anche i firmatari dell’atto.
Nel Day After, i sottoscrittori della mozione Lucia Lo Grande, Marco Scalisi, Carmela Pedalina Tindara, Filippo Monforte, Maria Grazia Tranchita, Antonio Stroscio e Antonino Casella hanno deciso di rompere il silenzio.
“Abbiamo presentato la trattazione della mozione di sfiducia, il 12 aprile, e sono stati necessari 30 giorni, sì 30 giorni affinché il consiglio comunale fosse riunito per la trattazione della mozione. Questo è avvenuto al 30simo giorno perché il Presidente del Consiglio comunale (Antonina Tiziana Liuzzo ndr) che avrebbe dovuto essere a tutela del consiglio comunale si è preso tutto il tempo necessario, permesso dalla legge, per convocare la seduta di consiglio, visto che non è stata firmataria e proponente, come magari avrebbe voluto esserlo un anno prima, quindi mantenendo la sua linea politica di “maggioranza a convenienza” a tutela dell’ex Sindaco.
Nonostante tutto, i sottoscritti hanno sempre cercato di tenere un profilo basso, senza rispondere alle molteplici versioni forniti dal Sindaco nei vari comunicati stampa. La Nostra politica è stata sempre incentrata al coinvolgimento e alla collaborazione ma purtroppo certi presupposti sono venuti a mancare da parecchio tempo, ed il tutto è sintetizzato nelle 12 pagine della mozione presentata, motivata e soprattutto valutata.
In questi 30 giorni, l’ ex Sindaco, nei vari comunicati, ha continuato a parlare di un clima sereno e di una personale tranquillità, alludendo anche alla probabilità che qualcuno dei 7 proponenti della mozione potesse ritirarsi. I fatti in paese hanno dimostrato ben altra cosa, soprattutto a livello amministrativo e sociale con scelte abbastanza discutibili, creando situazioni di vera tensione.
In merito alla così tanto acclamata lettera aperta con raccolta firme, volevamo precisare che il consenso sull’operato, così come dichiarato ieri durante il dibattito dai sottoscritti, bisogna chiederlo in campagna elettorale, e sarà poi il popolo sovrano a valutare l’operato dell’ ex Sindaco o di chi si proporrà. Avevamo deciso di non rilasciare nessuna dichiarazione, nel rispetto dell’Ente, che fino a ieri abbiamo rappresentato nel rispetto dei cittadini che ci hanno delegato a rappresentarli con scrupolo e coscienza, ma oggi a discussione avvenuta è giusto informare chi ci legge.
Di fronte a certe dichiarazioni siamo stati costretti a dover dire anche la nostra, per permettere a tutti i cittadini di avere la possibilità di sentire e vedere l’altra faccia della medaglia. Se l’ex Sindaco si reputa tranquillo e sereno, noi sette siamo altrettanto tranquilli e sereni. Con questo concludiamo e auguriamo al Nostro paese un nuovo inizio e nuove prospettive”.
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