Sindaci, deputati e forze politiche di tutti gli schieramenti, si mobilitano contro la chiusura dell’ufficio del Giudice di Pace di Tortorici, un presidio di giustizia e punto di riferimento per i cittadini dell’entroterra dei Nebrodi. Si è attivato anche il GAL Nebrodi Plus, presieduto da Francesco Calanna che aveva anche organizzato un sit-in nella sede dell’ufficio del giudice di pace, che ha inviato al Ministero della Giustizia un’istanza di annullamento in autotutela.
“È stata inviata in data odierna istanza di annullamento in autotutela, al ministro di giustizia, per la chiusura dell’ufficio del Giudice di Pace di Tortorici. L’istanza – come recita il comunicato stampa – è stata sottoscritta dai sindaci di Floresta, Ucria, Castell’Umberto, Longi, Galati Mamertino. Il decreto di chiusura è stato emesso dal ministro su espressa richiesta della commissione straordinaria Prefettizia che regge l’amministrazione del comune di Tortorici, a seguito di scioglimento per infiltrazioni mafiosa. La commissione aveva giustificato tale richiesta con l’eccessiva onerosità della gestione dell’ufficio, della impossibilità a destinarvi personale, e per la non partecipazione alle spese dei comuni del territorio interessato. I Sindaci hanno invece dimostrato la piena disponibilità a dividere pro quota le spese gestionali vive e reali e la loro disponibilità ad inviare personale comandato, ma soprattutto hanno dimostrato che tale volontà era presente alla data del 08/03/2021 producendo apposito verbale sottoscritto. Inoltre hanno allegato la lettera del Presidente del Tribunale di Patti dalla quale si evince la buona funzionalità del giudice di pace di Tortorici e la sua importanza storica e la sua funzionalità sociale. Quindi appare del tutto immotivata la richiesta e chiara la erronea rappresentazione che hanno portato il ministro ad emanare il provvedimento. In questi giorni si sono registrate manifestazioni di solidarietà da parte delle forze politiche, deputati regionali e nazionali, associazioni di avvocati e tutti hanno espresso il loro stupore per l’irresponsabile azione avviata e finalizzata alla chiusura di un presidio di Giustizia in un territorio di ‘frontiera’ dove invece lo stato dovrebbe affermare la presenza“.