L’Assessorato delle Autonomie Locali e della Autonomia, con decreto presidenziale datato 22 ottobre 2018, dispone la decadenza del Consiglio comunale di Galati Mamertino e, contestualmente, provvede alla nomina del Commissario Straordinario, in sostituzione dell’Organo decaduto, fino alla naturale scadenza della legislatura.
Un adempimento che arriva a seguito delle dimissioni presentate delle due consigliere, Lorena Barone e Flavia Truglio, lo scorso settembre che, assieme alle altre tre precedenti volontarie destituzioni dalla carica di consigliere comunale, di altrettanti soggetti, determina la perdita della maggioranza, stabilita da 10 consiglieri assegnati all’Ente. Il funzionario del servizio ispettivo assegnato al Comune di Galati è il dottor Giuseppe Petralia a cui l’Ente, a decorrere dalla data d’insediamento, dovrà erogare un compenso mensile oltre al trattamento di missione.
L’aspetto relativo allo scioglimento del Consiglio comunale di Galati Mamertino, Nebrodi News lo aveva trattato diverse volte poiché, da qualche tempo avevamo l’impressione che quello che qualcuno voleva spacciare per una casuale evoluzione degli eventi, fosse una strategia studiata a tavolino.
La collega Carla Lopes, a tal proposito, nell’articolo pubblicato lo scorso 26 settembre, relativamente al paventato scioglimento del Consiglio comunale, testualmente scriveva: “Una pura casualità? Fortuito intreccio di circostanze? No…! Strategia. Una strategia scientemente pianificata che ha come obiettivo quello sbarazzarsi del Consiglio Comunale. Di chi, in buona sostanza, è stato incaricato dagli elettori di controllare l’operato dell’Amministrazione. Un piano pensato per liberarsi di chi dovrebbe verificare che le azioni degli amministratori siano improntate nella massima correttezza, sia attraverso la verifica degli atti, sia con un controllo diretto sul territorio. Ad amministrare Galati Mamertino, nel caso in cui venisse convalidata la decaduta del Consiglio Comunale, sarà solo l’organo di governo, sindaco e assessori, nell’assoluta libertà di fare, e sfare, ciò che gli pare e piace. Esattamente come facevano i potestà, tra il 1926 e il 1945, durante l’epoca fascista, quando gli organi democratici dei comuni furono soppressi e tutte le funzioni furono trasferite all’Organo monocratico capo indiscusso del governo del comune”.
Ancor prima l’avevamo anticipato nell’articolo apparso su Nebrodi News lo scorso 24 agosto. Ma la nostra, vogliamo ribadire, è stata solo un’impressione. L’impressione che le cose potessero andare in un certo modo. Come poi d’altronde sono andate. Non abbiamo alcun elemento per poter accusare nessuno di aver architettato sopraffini piani diabolici. Anche perché per architettare sopraffini piani, diabolici e non, occorrono menti sopraffine.
Sul provvedimento che sancisce lo scioglimento del Consiglio comunale di Galati Mamertino interviene Pino Drago, l’oramai ex Presidente del consiglio: “Sono amareggiato. Alla comunità Galatese è stato “scippato” un Organo: il Consiglio comunale. L’Organo eletto democraticamente dal popolo il quale, fino alla fine, è rimasto fedele alla volontà popolare: prepositivo, costruttivo e aperto ad ogni iniziativa e proposta all’Amministrazione comunale. Grazie ai giochi di qualcuno, oggi, questa comunità viene privata dello strumento che avrebbe dovuto garantire vigilanza e controllo. Vanno a casa persone, a mio parere valide, che hanno dato tanto e che tanto ancora avrebbero potuto dare. Rimaniamo, comunque, in obbligo con i cittadini che ci hanno votato e in quanti credono ancora in questo gruppo. Per tale motivo abbiamo pensato di contraccambiare la loro fiducia metteremo in campo tutte le nostre competenze, il nostro sapere, la nostra esperienza politica e amministrativa per continuare a perseguire il bene comune, con l’occhio sempre vigile attento nei confronti di chi amministra la Città” .
Sul fronte “quota rosa in giunta” la telenovela, che a tratti assume gli aspetti di una caccia al tesoro con una sola squadra, quella del sindaco Baglio e dei due fedelissimi assessori, Vincenzo Amadore e Andrea Carcione, continua. Incassato l’ennesimo rifiuto per la nomina in Giunta, questa volta da parte di Flavia Truglio, ex vice presidente del consiglio e consigliera dimissionaria, pare che i tre “facciano la corte” a Rossella Vicario, una brillante giovane galatese di sani principi, tanto stimata in paese, la quale, secondo indiscrezioni, non avrebbe ancora sciolto le riserve e quindi accettato la proposta di Baglio. Sulla telenovela continueremo a tenevi informati. Appuntamento, dunque, alla prossima puntata.