C’è un posto sui Nebrodi in provincia di Messina in cui la legge si interpreta per gli amici e si applica per gli altri fino a farla diventare vessatoria per gli avversari. Il posto si chiama Galati Mamertino e si sta costruendo la nomea di luogo di discrezione e paternalismo, di diritti violati e di prepotenze quotidiane. Dalla raccolta della spazzatura, diventata una sorta di riffa quotidiana, al resto sembra che a Galati Mamertino sia necessario un santo in paradiso o un miserrimo assessore per avere rispettati i propri diritti. Se non fai parte della cerchia degli eletti di questo o quel politico al potere allora non meriti alcun riguardo.
Che vi sia un problema di rapporti con i cittadini e di impostazione clientelare e medievale è sotto gli occhi di tutti. Va così e succede che la gestione di atti che dovrebbero avere un livello altissimo di trasparenza siano gestiti alla chetichella e con un discreto margine di discrezionalità. Questo sempre secondo il principio che agli amici bisogna guardare con un certo riguardo a qualsiasi costo e in barba al rispetto di regole essenziali amministrative prima e civili poi. A Galati, dove la democrazia è stata tradita, qualcuno vorrebbe far passare il principio che i cittadini sono carne da macello e che l’opinione degli altri conta quanto il due di briscola. Le regole si applicano sempre agli altri ma mai agli amici. Ne vogliamo parlare oppure vogliamo continuare a pensare che un Comune già in difficoltà per la pandemia possa essere il simbolo del “faccio quello che mi pare”?
Il Comune, quando va bene, sembra l’ufficio complicazioni affari semplici e quando va male invece il club della strafottenza con un messaggio chiaro: se non sei mio amico arrangiati, cercati qualcuno a cui chiedere una cortesia, fatti raccomandare. Si vuole continuare così? Con gare d’appalto prorogate per anni e poi affidate all’impresa che ha prima goduto della proroga? Con gare contestate da tutti ma portate avanti con pervicacia quasi ci fosse un accordo da rispettare?
Ci chiediamo che senso abbia continuare a far finta di non vedere o di non capire trascurando i piccoli affari di questo o quell’amministratore che accontenta i suoi amici e guarda con disprezzo agli avversari. E’ disperante vedere un piccolo comune che muore quasi ci fosse un disegno preciso di uccidere i sogni di chi vi è nato, di eliminare il senso del diritto piegando le norme amministrative da questa o quell’altra parte a favore di questo o quell’amico. Loro hanno superato e superano quotidianamente il senso del ridicolo, i cittadini sono costretti spesso a tacere per non finire nelle liste di proscrizione del solito capataz che usa far politica per dittatoreggiare. Pensiamo sia arrivato il momento che le istituzioni (dalla prefettura all’assessorato agli Enti locali) vengano a vedere cosa accade da queste parti. Per il bene di tutti.