Galati Mamertino, un paese in caduta libera che non ha rispetto nemmeno per i morti
E’ proprio vero che a volte le nostre case, i monumenti, gli oggetti urbanistici in generale ci parlano. A Galati Mamertino, per esempio, c’è l’orologio che parla ai cittadini. L’orologio è una costruzione in cemento, eretta lì dove vi era il vecchio orologio pubblico del paese. Ha ormai una quarantina d’anni o più e fu voluto dall’allora sindaco Giacomo Fazio: da anni è stato abbandonato a sé stesso, niente manutenzione, nessun rintocco. A guardarlo è la metafora o il simbolo di questo paese. Un paese in disarmo come il suo orologio, che poteva pure dare fastidio quando era funzionante ma almeno dava segni di vitalità. Oggi invece è un monumento alla sciatteria, la stessa che anima certi comportamenti pubblici ispirati più alla mediocrità che a una vera ambizione di crescita.
A Galati il tempo sembra essersi fermato ma l’orologio non c’entra alcunché: si è fermato perché meschino è il retroterra che muove le cose. Si dirà che questo articolo si iscrive nel solco delle critiche e degli attacchi all’amministrazione. Ma ancora una volta questo vittimismo elementare servirà a nascondere la mancanza di visione, l’assenza di impegno. E cominceranno le bugie per intortare i cittadini che intanto si impoveriscono sempre di più perché sono i loro piccoli patrimoni, costruiti con tanto sacrificio, a non avere più il valore di un tempo.
Non siamo riusciti a capire chi si sta arricchendo in un paese sempre più deserto che non porta benefici di alcun tipo. Uno dei tre bar della piazza ha chiuso e si è trasferito altrove, in riva al mare. Nessuno, ovviamente, ha battuto ciglio o si è posto il problema: ma la chiusura di un esercizio commerciale centrale è il sintomo di un calo di consumi e dunque di economia che si spegne. La colpa è della montagna? No, perché ci sono paesi di montagna floridi. La colpa è di chi non riesce a garantire uno standard minimo della qualità della vita e non riesce ad attrarre nuove risorse, nuovi investimenti, nuove energie. Ma un paese che non riesce ad avere rispetto nemmeno per i morti (il cimitero sta lentamente franando nell’assurda indifferenza degli amministratori) dove vuole andare?
Così Galati Mamertino, che voleva diventare capitale dei Nebrodi, si accinge a diventare il simbolo di un decadimento lento e inesorabile, in mancanza di una cura, di interventi che ne possano ravvivare il tessuto urbano e sociale. Ci sono interi quartieri deserti nel centro storico e rappresentano l’assenza di una strategia. Che è mancata e non si vede all’orizzonte. Il Pnrr poteva essere un’occasione ma non si capisce perché questo paese manchi completamente o quasi dalle liste dei progetti finanziati. Dove si vuole andare? Qualcuno lo spieghi ai cittadini. Forse è arrivato il momento di cambiare paradigma, superando divisioni fondate su piccoli interessi per perseguire un interesse più grande. E’ complicato? Perché siamo partiti dall’orologio ma potremmo continuare: il Castello, Palazzo De Spuches. Basta così.