Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, dott.ssa Carla Valenti, ha fissato l’udienza camerale nei confronti di Biagio Destro, originario di Tortorici, la moglie Rosaria Maria Anastasi, il figlio della coppia Giuseppe ed il notaio Carmela Portale di Catania perché, in concorso tra loro, in data 3/5/2017 nello studio dello stesso notaio, secondo l’accusa, formavano un atto falso.
Il giudice di Patti Eugenio Aliquò, all’esito dell’udienza preliminare, svoltasi lo scorso settembre presso il Tribunale pattese, aveva dichiarato l’incompetenza territoriale, dello stesso Giudice, per 2 dei 4 reati ascritti agli imputati: la costruzione di un falso atto pubblico, in concorso, e la truffa, ancora in concorso, poiché gli imputati si procuravano un ingiusto profitto derivante dall’illecita appropriazione di tutti i terreni riportati sull’atto in questione, in danno di molteplici persone offese, compreso il Comune di Galati Mamertino.
Per via di tale incompetenza territoriale il dott. Aliquò disponeva la trasmissione degli atti al Pubblico Ministero del Tribunale di Catania e per i rimanenti capi d’accusa – falsa dichiarazione che procurava un ingiusto profitto derivante dall’indebito percepimento di contributi comunitari – disponeva il rinvio a giudizio per padre e figlio pianificando la prima udienza per il prossimo 3 novembre presso il Tribunale di Patti
Il GIP del Tribunale di Catania, stante le opposizioni presentate dalle parti offese, ha respinto la richiesta di archiviazione del PM e fissato, per il prossimo 21 aprile, l’udienza camerale nei confronti dei quattro indagati finiti nei guai all’esito delle indagini, condotte dai carabinieri della Stazione di Galati Mamertino, avviate a seguito dalle denunce presentate dai legittimi proprietari a cui erano state sottratte le terre.
Secondo i magistrati, marito e moglie, avrebbero dichiarato di detenere i terreni, “in forza di titoli non trascritti bensì in virtù del possesso continuato e indisturbato per oltre trent’anni” e dunque passibili di usucapione cedendoli, tramite atto di cessione, redatto dal notaio catanese Carmela Portale, al figlio con l’obbligo di sostenere i genitori. I terreni, incolti da anni, non hanno mai ricevuto, da parte dei legittimi proprietari, alcuna volture per successione o testamentari o altri atti.
Grazie a questo “sistema” il figlio Giuseppe, diventato proprietario di oltre 33 ettari, accedeva anche a sgravi fiscali. E non sarebbe stato solo un atto. Padre, madre e figlio avrebbero ripetuto il sistema anche altre volte, e si sarebbero appropriati, per sbaglio, anche di un tratto dell’acquedotto di proprietà del Comune di Galati che si è costituito parte civile nel procedimento scaturito dall’inchiesta, unitamente ad una trentina di persone offese.