Si tinge di giallo la morte di Giovanna Martella, la 44enne di Raccuja, trovata senza vita nel pomeriggio del 12 maggio sulla spiaggia di Ponte Naso. Non è bastata nemmeno l’autopsia per fare chiarezza sui tanti, troppi, punti oscuri della triste vicenda.
La donna era stata ritrovata da due giovani e identificata dalla targa della sua Peugeot 208 grigia, a bordo della quale era giunta sul posto, probabilmente con l’idea di fare jogging, visto che era vestita con un abbigliamento sportivo. Ma secondo le testimonianze raccolte da questo giornale, la donna non era avvezza a pratiche sportive. L’unico hobby che la stessa coltivava era la campagna dove si recava spesso. Abitava a Fosso Chiodo, una contrada di Raccuja. Recentemente aveva perso entrambi i genitori e aveva due sorelle che vivevano fuori dal piccolo centro nebroideo: una Paternò, l’altra a Milano.
Secondo l’esame autoptico, eseguito ieri mattina nella camera mortuaria dell’ospedale “Barone Romeo” di Patti, la donna sarebbe deceduta per annegamento, ma restano dubbi sul motivo per cui la 44enne sia finita in mare. Varie le ipotesi tra le quali non si esclude nemmeno il gesto volontario. Inizialmente gli inquirenti propendevano per l’ipotesi di un malore accusato dalla donna mentre praticava l’attività fisica. Sul caso indaga il sostituto procuratore della Repubblica di Patti Federica Urban, titolare del fascicolo, che coordina le indagini dell’Ufficio locale marittimo di Capo d’Orlando.
Dalle informazioni in nostro possesso, qualche ora fa la Procura ha già provveduto a rilasciare il nulla osta per i funerali.