Giovanni Bontempo torna in libertà, accolto il ricorso presentato dall’avv. Pruiti
La XII Sezione penale del Tribunale della Libertà di Milano ha disposto la scarcerazione di Giovanni Bontempo, assistito dall’avvocato Alessandro Pruiti Ciarello, che torna in libertà. Il 46enne era stato arrestato assieme all’imprenditore 59enne Francesco Scirocco, con l’accusa di intestazione fittizia aggravata dall’aver agevolato la mafia. Il Tribunale della Libertà ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Pruiti e annullato in toto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a carico dell’imprenditore orlandino.
Il centro operativo D.I.A. di Milano, lo scorso 18 luglio, aveva eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti dei 2 imprenditori siciliani, di 46 e 59 anni, il costruttore di Gioiosa Marea Francesco Scirocco (originario di Gioiosa Marea, arrestato nel 2011 nell’ambito dell’inchiesta Gotha 1, è sotto processo a Caltanissetta in una inchiesta per bancarotta fraudolenta) e il ristoratore Giovanni Bontempo, che in base alle attuali risultanze investigative, avrebbero, attraverso la costituzione di società, principalmente operanti nel settore edilizio, tutte aventi sede a Milano, consentito l’operatività di realtà imprenditoriali riconducibili a Cosa Nostra e ciò con specifico riferimento al sodalizio mafioso dei “barcellonesi”, operante sul versante tirrenico della provincia di Messina.
In particolare, i destinatari della misura restrittiva, già colpiti in passato da misure di prevenzione patrimoniali sarebbero responsabili, in concorso con altri soggetti, di condotte fraudolente finalizzate all’intestazione fittizia di diverse società aggiudicatarie di appalti pubblici, sull’intero territorio nazionale, alcuni dei quali di ingente importo e/o finanziati con fondi del P.N.R.R., senza incorrere nelle misure interdittive delle autorità prefettizie.
Una volta ottenuta l’aggiudicazione delle commesse, spesso in associazione temporanea con altre imprese, le società riconducibili agli indagati provvedevano poi a conferire l’esecuzione materiale dei lavori ad altre società, anche con sede in Calabria. L’attività, svolta anche mediante l’ausilio di indagini tecniche e servizi di osservazione e pedinamento, è stata diretta dalla Dda guidata dal procuratore Marcello Viola e dall’aggiunto Alessandra Dolci e coordinata dalla II Reparto della Direzione Investigativa Antimafia.
A seguito di mirati accertamenti economico-patrimoniali svolti in stretta collaborazione con il Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha, altresì, disposto il sequestro preventivo in via d’urgenza di compendi aziendali, beni immobili e conti correnti per un valore complessivo stimato in 5 milioni di euro.
Un provvedimento analogo, di confisca, era già stato adottato in passato (una decina d’anni fa) nei confronti di uno dei due arrestati per un totale di oltre 37 milioni di euro. Beni che l’arrestato avrebbe acquistato e gestito anche per conto dei clan di Barcellona Pozzo di Gotto e di Tortorici, nella zona dei Nebrodi, paesi dell’area tirrenica della Sicilia. L’esecuzione delle misure reali, unitamente a numerose perquisizioni, ha interessato diverse regioni e ha visto la partecipazione dello stesso G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Milano nonché di personale dei centri operativi D.I.A. di Roma, Catania, Messina, Firenze, Napoli, Catanzaro.
Davanti al Gip del Tribunale di Milano i due indagati hanno avuto linee contrapposte: Bontempo aveva parlato e si era difeso alla presenza del suo legale di fiducia Alessandro Pruiti, mentre Scirocco si era avvalso della facoltà di non rispondere alla presenza del suo legale, avvocato Nino Favazzo.