Sei anni di reclusione per Giuseppe Pezzino, 33enne di Caronia, e 1 anno e 6 mesi per il padre 61enne, Andrea Pezzino. È quanto ha stabilito il giudice monocratico del Tribunale di Patti Giovanna Ceccon nel processo di primo grado scaturito dai misteriosi incendi avvenuti nel 2014 a Canneto di Caronia. La frazione di Caronia dieci anni prima è balzata agli onori della cronaca nazionale ed internazionale per i roghi che, in maniera inspiegabile, interessavano abitazioni, auto ed elettrodomestici di quella contrada.
Giuseppe Pezzino è stato condannato per 12 capi di imputazione per le accuse di incendio, danneggiamento seguito da incendio e truffa e, nei confronti del giovane, è stata disposta anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni ed il pagamento delle spese della costituita parte civile Rosalia Mirabella, rappresentata dall’avvocato Salvatore Sanna. Il padre, Antonino Pezzino è stato invece riconosciuto colpevole in concorso con il figlio per un episodio di danneggiamento seguito da incendio di un mezzo dell’Unione dei Nebrodi e per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Entrambi gli imputati, difesi dagli avvocati Domenico Magistro, Giorgio Magistro e Francesco Pizzuto, dovranno corrispondere le spese al Comune di Caronia, altra parte civile costituita (attraverso il professor avvocato Antonio Matasso) ed il risarcimento dei danni da liquidarsi separatamente solo se e quando la sentenza definitiva dovesse essere di condanna. In prescrizione l’accusa di procurato allarme.
Furono i Carabinieri della Compagnia di Santo Stefano di Camastra che, il 5 marzo 2015, arrestarono Giuseppe Pezzino e notificato un avviso di garanzia al padre Antonino, che era stato il presidente del Comitato vittime e chiedeva aiuti per le famiglie colpite dal fenomeno dei roghi. Il processo ai due uomini è cominciato nel 2019.
La vicenda ha avuto eco mediatico in tutto il mondo. Tra le ipotesi avanzate per spiegare il fenomeno c’erano state anche quelle di misteriosi campi magnetici e degli Ufo.