Erano 1.538 nel 2015 e 1.440 nel 2017, per una perdita complessiva di 143 unità, perdita che, trasformata in percentuale, corrisponde a un calo di poco più del 9%. Stiamo parlando della sorte toccata ad alcune filiali siciliane delle maggiori banche nazionali, che hanno dovuto chiudere i battenti perché sempre meno clienti si recavano agli sportelli per eseguire le operazioni di routine, almeno stando ai dati presenti nell’ultimo Bollettino del Dipartimento Finanze e Credito dell’Assessorato all’Economia della Regione Siciliana sull’operatività delle banche presenti sul territorio regionale. Delle 1.440 filiali ancora presenti in Sicilia, 473 appartengono a gruppi bancari che hanno sede nell’isola, mentre le restanti 967 sono di proprietà di società che si trovano al di là dello Stretto di Messina.
A dire il vero non si tratta di un problema che riguarda esclusivamente la nostra isola, ma piuttosto di un fenomeno nazionale, conseguenza dell’avvento della banca digitale che ha innescato quel processo di trasformazione delle abitudine finanziarie dei consumatori diventato ormai inarrestabile. A livello generale, infatti, la percentuale è ancora più alta, se si considera che in tutto lo Stivale la chiusura degli sportelli bancari negli ultimi due anni attesta mediamente al 14%.
Una vera e propria débâcle per il sistema bancario tradizionale, che, almeno fino a qualche anno fa, aveva il completo controllo di tutto il settore e oggi si ritrova a fare i conti con I numerosi prodotti e servizi finanziari della concorrenza digitale, solitamente più economici, più facili e veloci da gestire e sicuramente più innovativi.
Nonostante, infatti, l’Italia non abbia mai dimostrato una grande attitudine per la tecnologia e continui a restare indietro rispetto alla maggior parte dei cugini europei, recenti indagini dimostrano che anche noi ci stiamo convertendo ai click e ai tap. Innumerevoli sono, infatti, i nuovi metodi di pagamento, dalle App per gli smartphone, che trasformano i nostri dispositivi in “borsellini elettronici”, alle carte di credito che possono essere richieste direttamente online, come, ad esempio, quelle collegate ai conti di CheBanca! (opinioni sui conti correnti CheBanca! su migliorcontocorrente.org), alle carte conto, che offrono sia i vantaggi di una carta di pagamento elettronica sia le principali funzionalità di un conto corrente.
Insomma, non c’è che l’imbarazzo della scelta per poter sperimentare il proprio talento tecnologico e gli italiani si sono finalmente lasciati sedurre dagli strumenti di pagamento digitale: il 30% dei correntisti nostrani, infatti, gestisce quasi esclusivamente online il proprio conto corrente e si reca in filiale solo per le operazioni più difficili, ovverosia quelle che necessitano di una consulenza specialistica per poter essere portate a termine, come gli investimenti o le richieste di finanziamento.