La Finestra sul mare di Tano Festa prima opera restaurata della Fiumara d’arte
Mai come quest’anno la Piramide di Mauro Staccioli, che ospita il Rito della Luce, si propone come luogo simbolico di Resilienza, rigenerazione, trasformazione. Nel giorno del Solstizio d’estate, il mecenate Antonio Presti ha deciso infatti di riconsegnare alla comunità, la sua opera più conosciuta, appena restaurata e ricondotta alla sua originale bellezza, la stessa che sconvolse il mondo dell’arte nel 1989, quando Il “Monumento per un poeta morto” (ovvero la “Finestra sul mare”), firmato da Tano Festa, apparve sulla spiaggia di Villa Margi (Reitano – Messina).
Nel giorno del Solstizio d’estate si è quindi rinnovato il Rito della Luce: giovani e meno giovani, turisti e bambini, artisti e coppie, centinaia di persone sono salite alla Piramide che svetta sul mare, partecipando al rito collettivo che sa tanto di liberazione o, come dice Antonio Presti, di “rigenerazione e resilienza”. La Piramide ha ripreso a “parlare” al calar del sole per raccontare la sua storia fatta di pace e bellezza, chi è entrato al suo interno, ne è uscito rigenerato e ritemprato. “Riconsegniamo la Finestra ai giovani, a chi la prenderà in consegna per farla vivere ancora – dice Antonio Presti -. Dopo anni di solitudine e sofferenza, di lotte contro il Potere che ha tentato di distruggere la Fiumara, trasformo la resistenza alla politica istituzionale che non promuove la Conoscenza come valore del futuro, a resilienza che non si oppone ma si trasforma e si rigenera. Così come accade ogni anno: Il percorso all’interno della Piramide è un cammino dall’oscurità alla luce, restituisce Bellezza e Conoscenza al visitatore e ridà valore al futuro”. Il grande mandala monumentale “Il cammino della gioia” è stato realizzato da Concetta De Pasquale e Anna Di Leo.
Era il 1989, La “Finestra sul mare” l’enorme cornice di 18 metri, che Tano Festa dedicò al fratello poeta, fu realizzata in cemento armato con travi REP in acciaio. Ma l’aria salmastra ha “mangiato” di fatto l’azzurro, le travi non reggevano più, la scultura stava morendo. Già nel 2005 Antonio Presti si rese conto che tutta la Fiumara d’Arte – da lui donata alla Sicilia – si stava deteriorando e la manutenzione delle opere era indispensabile. Per attirare attenzione, decise un gesto simbolico: opporre un rifiuto al rifiuto dello Stato di occuparsi della Fiumara. E chiuse con un enorme telo blu la Finestra sul mare scrivendo in tutte le lingue la parola “chiuso”. Intervenne il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e finalmente, il 6 gennaio del 2006, dopo 25 anni di battaglie, venne istituito il Parco di Fiumara d’arte. A distanza di due anni, il 25 maggio 2007, la “riapertura” della Finestra sul mare. Otto anni dopo, ecco l’intervento definitivo, il primo completato di un progetto assai più ampio che verrà completato entro l’autunno e investe l’intera Fiumara.
quasi due milioni di euro per il più grande progetto di restauro mai realizzato su un palco artistico en plein air. In cinque mesi di lavori, la “Finestra” è stata strappata all’ossidazione, recuperata e riportata al suo status originario: dietro le quinte, un sistema integrato di materiali e barriere cromatiche, impensabili quasi trent’anni fa quando fu costruita, faranno sì che la “Finestra” sia inattaccabile ma che, nello stesso tempo, “respiri”, come spiega l’architetto Angelo Pettineo, consulente per Fiumara d’arte sul restauro, mentre il progetto redatto dal R.T.P. “Viaggiando nell’Arte”, è firmato da un pool di architetti guidato da Giuseppe Siragusa. I fondi assegnati al Consorzio Intercomunale Valle dell’Halaesa per il restauro e l’implementazione di Fiumara d’Arte – di cui fanno parte i comuni di Castel di Lucio, Mistretta, Motta d’Affermo, Pettineo, Santo Stefano di Camastra e Tusa – provengono da un PO FERS 2007-2013. La prossima opera che verrà “restituita” tra poco più di un mese, sarà “La materia poteva non esserci” di Pietro Consagra, la prima ad essere stata realizzata nel territorio di Tusa, nel 1986. Le altre sculture seguiranno a ruota, tutte entro il prossimo novembre. L’intervento più pesante e complicato riguarderà il “Labirinto di Arianna” di Italo Lanfredini a Castel di Lucio, di certo l’opera nelle condizioni peggiori.