La Regione Sicilia presenta il Piano triennale della transizione digitale dell’amministrazione regionale 2021-2023, sviluppato nel segno di una continua crescita di una regione che, stando ai dati ufficiali forniti negli ultimi giorni, tra i tanti riconoscimenti positivi vanta di essere la più infrastrutturata a livello digitale nel Mediterraneo, e che fa registrare un trend positivo che la proietta tra i territori più avanzati in Italia e ai primi posti in Europa, andando oltre le aspettative.
Nel corso di una conferenza stampa indetta presso la sede del proprio assessorato in via Notarbartolo, l’assessore all’economia e vicepresidente della Regione Siciliana, Gaetano Armao e il dirigente dell’Autorità Regionale per l’Innovazione Tecnologica, Vincenzo Falgares, hanno illustrato nei dettagli un piano che prevede oltre 219 milioni di euro di investimenti sull’isola. Una programmazione triennale digitale che non nasce soltanto dall’emergenza, come accaduto con il piano del 2018-2020, ma che viene ideato secondo gerarchizzazione di priorità. Dopo una scrematura sono 57 gli interventi individuati, 10 di questi trasversali e altri 47 verticali e maggiormente specifici.
Due gli obiettivi principali del nuovo piano 2021-2023, garantire a cittadini e imprese il diritto di accesso a tutti i dati e assicurare la semplificazione nell’accesso ai servizi alla persona.
“La nostra nuova sfida è investire sulle competenze. A livello strutturale è stato fatto tanto, ma bisogna spingere su altri aspetti. Bisogna proiettare la Sicilia dell’infosfera, questo è l’obiettivo che consegnamo al prossimo governo, che speriamo possa essere in continuità col nostro – ha esordito Armao – Abbiamo fatto un lavoro lungo quattro anni e mezzo, abbiamo conseguito tutti gli obiettivi dell’Agenda Digitale. Siamo ampiamente la prima regione italiana, abbiamo garantito livelli di investimento in settori come beni culturali e salute digitale”.
Si va dai 48 milioni di euro al campo della sanità per i servizi informatizzati quali telemedicina, sistemi informativi veterinari, piattaforma di screening oncologici, una serie di interventi che si intersecano con le azioni del Pnrr. Finanziato e progettato nel piano triennale il nuovo portale web della regione, quello delle imprese, del turismo e dei beni culturali.
Al suo interno anche un maggiore supporto alla società in-house della regione, Sicilia Digitale, una forte attenzione alla coesione digitale, 25 milioni di euro in collaborazione con l’Università. Alta l’attenzione nei confronti della cybersecurity, per la quale è stato svolto un importante lavoro con Leonardo, in virtù di un momento delicato in cui l’allerta è seria a seguito dei recenti attacchi hacker che hanno colpito il portale del Comune di Palermo: “E’ una delle priorità – ha ribadito Armao – bisogna rendere sicuri i dati dei siciliani, non solo fruibili”.
Gran peso anche alle competenze digitali legate alla singola persona, in cui la Sicilia e il Sud Italia pagano ancora un gap importante, a differenza di altri campi quali software manageriale, vendite online e tecnologie avanzate che sono in grande progresso. Si guarda già al futuro, ma si passa per quanto fatto nel recente passato, con il piano 2018-2022 che è un trampolino di lancio importante per la nuova programmazione triennale. 261 milioni di euro spesi, diciotto iniziative e un forte investimento sulla banda ultralarga. Per quanto riguarda la FTTH – Fiber to the home, la Sicilia è la prima tra le grandi regioni italiane e al secondo posto assoluto.
Il 60% dei comuni è digitalizzato, il doppio dell’Emilia Romagna e più di due volte in più rispetto alla Lombardia. Come ha spiegato il dirigente dell’ARIT Falgares, due esempi paradigmatici di quanto fatto nello scorso triennio sono la località Malfa nell’isola di Salina, in cui oltre duemila unità sono state raggiunte dal FTTH e dal wireless, un altro intervento rilevante ha riguardato il comune di Isnello, dove l’Adsl è arrivata al giga bit, portando la banda ultralarga fino all’osservatorio di Monte Mufara. Diversi interventi hanno riguardato anche i beni culturali, tra cui il Teatro romano di Catania, a Palermo la Palazzina Cinese, la Zisa, il Castello a mare, passando per la Villa romana del Casale.
Per quanto riguarda la salute, si è intervenuti in modo trasversale sul sistema centralizzato dell’offerta delle prestazioni sanitarie, coi cittadini che adesso possono prenotarsi su un unico canale digitale, adottato da tutte e diciotto le aziende sanitarie siciliane. Nel triennio 2018-2020 è stata inoltre sostenuta l’infrastrutturazione digitale nei territori, i singoli comuni con circa 43 milioni di euro di iniziative per i territori per una digitalizzazione delle proprie amministrazioni.
“Bisogna puntare sulla crescita delle amministrazioni, delle famiglie e delle imprese – ha chiosato Armao – L’investimento nel digitale è passato da un milione e mezzo a trecento milioni, questo è il grande risultato del governo Musumeci. Ora si può vivere in Sicilia con la velocità di Londra e di New York”.
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