PALERMO (ITALPRESS) – Non solo noto e stimato architetto, ma anche pittore di paesaggi rurali e narratore attraverso le sue opere di spaccati di una Sicilia ormai perduta. A Palermo è stata inaugurata una mostra dedicata a Luigi Epifanio, protagonista a partire dagli anni ’20 e nel periodo della ricostruzione di una stagione in cui la città si è rifatta il look a livello estetico e architettonico, mutando profondamente nonostante un forte legame con le origini. Alla sua attività per la quale è maggiormente noto, però, Epifanio si è anche dedicato alla pittura. E’ proprio a questo aspetto della sua produzione che la mostra “Luigi Epifanio architetto e i suoi cammini siciliani”, organizzata dall’Università degli Studi di Palermo e ospitata a Palazzo Steri nella cornice della Sala delle Verifiche, dona lustro e riconoscimento. Nell’esposizione è possibile ammirare opere di indubbio valore artistico, per decenni esposte nell’archivio privato della famiglia e finalmente mostrate all’intera città. Paesaggi intimi, senza fronzoli, con uno stile molto fotografico e armonioso, votato alla valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico della provincia di Palermo.
C’è tutto questo nella pittura di Luigi Epifanio, che nei suoi quadri offre una visione personale del paesaggio rurale e contadino, in cui traspare tanto della sua attività di architetto, professore, ma anche dell’uomo, con uno sguardo appassionato ai luoghi meno battuti e più interni dell’isola. Al taglio del nastro presente il rettore di Unipa, Massimo Midiri, che ha sottolineato all’Italpress l’importanza della terza missione offerta dall’ateneo alla città: “Oggi inauguriamo una mostra dedicata a Luigi Epifanio, noto come architetto, ma del quale oggi scopriamo un’altra caratteristica della sua incredibile produzione, quella di artista e pittore di paesaggi rurali siciliani, fatto che dimostra straordinaria competenza e capacità di rappresentare il mondo reale – ha aggiunto – Si tratta di opere inedite, che risentono del mondo artistico palermitano dell’epoca, con influenze di Guttuso. E’ una mostra nel solco dell’opera di terza missione, l’Università non è soltanto un luogo dove si istruiscono i nostri giovani, ma anche dove si diffonde la cultura verso l’esterno. Siamo lieti – ha concluso – di poter ospitare a Palazzo Steri la produzione di un collega illustre che ha dato lustro anche alla pittura oltre che all’architettura”.
La mostra espone le opere dell’architetto Luigi Epifanio, conosciuto perchè ha realizzato il quartiere Matteotti, ma che ha affiancato l’attività di pittore rimasta sottotraccia e oggi custodita nell’archivio privato dichiarato di notevole interesse dalla soprintendenza storico archivistica. La mostra dedicata a Luigi Epifanio (Monreale 1898 – Palermo 1976) è promossa dal Sistema Museale di Ateneo dell’Università degli Studi di Palermo e curata da Maria Giuffrè e Paola Barbera, con il coordinamento di Maria Concetta Di Natale e Paolo Inglese. Allestita da Maria Carla Lenzo, sarà visitabile da mercoledì 11 maggio a giovedì 30 giugno, dalle ore 09 alle ore 20, con ingresso libero.
“Da queste opere emerge una passione per il paesaggio siciliano e per le architetture rustiche – ha spiegato Paola Barbera, una delle curatrici dell’esposizione – A questa terra si dedica lo sguardo del pittore e dell’architetto, sono opere realizzate tra le due guerre e poi negli anni della ricostruzione, quando peraltro Epifanio si era speso in progetti e alloggi per le case popolari che riprendono aggregati dell’architettura siciliana in chiave neorealista. Un archivio privato di memoria familiare – ha aggiunto – che la famiglia ha deciso di trasformare in memoria collettiva per la città, gli studiosi e gli appassionati”.
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