Cosa centrano gli approdi turistici con un Parco naturale? Qual è l’obiettivo dell’allargamento del perimetro del Parco dei Nebrodi? Sono le due domande poste da Legambiente in un comunicato stampa. «Appare necessario ricordare – scrivono gli esponenti di Legambiente dei Nebrodi – che l’attuale perimetrazione del parco dei Nebrodi deriva dal ridimensionamento dell’originaria proposta regionale che individuava una vasta area montana di circa 180.000 ettari nella quale erano presenti gli elementi tipici di un’area protetta. Sarà un fatto positivo se la ventilata inclusione di nuovi comuni avverrà in coerenza con l’originaria proposta verificando l’esistenza dei presupposti ambientali. Se, come invece sembra, si dovesse trattare di un ingresso volontario da parte di comuni che, vincolando qualche ettaro di territorio si troverebbero ad avere un ruolo pari a quello di comuni che concorrono al Parco con centinaia e migliaia di ettari di territorio vincolato, si snaturerebbero la storia, l’idea e il ruolo del Parco dei Nebrodi».
E a proposito del ruolo del Parco i dirigenti di Legambiente invitano a fare un’ulteriore riflessione. Che riguarda l’inserimento nel Piano triennale del Parco dei Nebrodi del progetto per la realizzazione di un porto turistico a Santo Stefano di Camastra. “Una storia – dicono – che ha dell’incredibile e segnala una pericolosa deviazione dell?Ente dalla funzione istituzionale. partecipare alla realizzazione di un nuovo porto turistico da 750 posti barca in un lembo di spiaggia del comune di Santo Stefano di Camastra o di qualsiasi altro comune non ha niente a che vedere con i suoi compiti”.