Nell’elenco dei 21 deputati del Movimento 5 Stelle espulsi c’è anche quello dell’onorevole barcellonese Alessio Villarosa, ex sottosegretario nei due governi guidati da Giuseppe Conte, che ha scelta l’astensione durante il voto di fiducia al governo Draghi, tenutasi ieri sera a Montecitorio.
La scelta del barcellonese Villarosa di non sostenere il nuovo esecutivo era stata annunciata in un lungo post sulla sua pagina social, prima della seduta parlamentare. Villarosa non ha condiviso la linea dei vertici del movimento che hanno scelto di sostenere il governo Draghi a scatola vuota, senza avere garanzia sulla possibilità di incidere sulla scelte e di dare continuità ad alcuni provvedimenti fortemente sostenuti in passato come il reddito di cittadinanza. Villarosa ha di fatto disconosciuto il ruolo di Vito Crimi, definito come un reggente a tempo del movimento e non un capo politico. Ha poi ribadito la necessità di ritrovare la credibilità del M5S: “Abbiamo già avuto il mai con la Lega, il mai con il PD, il mai con Renzi, il mai con Draghi, il mai a un governo tecnico… Non si può continuare così. Il Movimento deve riacquistare credibilità, non continuare a perderla. Riusciremo a preservare il nostro lavoro e a mettere in piedi nuove proposte, si ma per quanto se nessuno ci darà più fiducia?“.
L’onorevole barcellonese ha chiuso la sua riflessione, ribadendo la sua decisione e rivendicando alcuni risultati raggiunti da sottosegretario al Mef: “Io in questi 8 anni non ho mai chiesto un ruolo, non mi sono mai candidato né mandato messaggi di sudditanza, eppure qualche importante risultato l’ho raggiunto ed è un nuovo “principio” nel nostro ordinamento come ad esempio il FIR per i risparmiatori, RCA familiare, il risarcimento di sisma 90 o il salvataggio degli enti siciliani etc… Non saranno i ruoli di Governo a renderci migliori, ma le nostre azioni, quelle sì rimarranno nel bene e nel male. Io continuo ad apprezzare il mio moVimento perché la differenza è solo con alcuni, molti sono in buona fede e li continuerò ad apprezzare. Ma questo Governo non lo apprezzo e non lo voterò“.
Villarosa e gli altri 20 dissidenti, che nei fatti hanno condiviso la posizione di Alessandro Di Battista, sono stati espulsi dal gruppo parlamentare alla Camera, ma restano formalmente iscritti al Movimento. Nei prossimi giorni si conoscere la loro scelta, con l’opportunità concreta di costituire un gruppo autonomo alla Camera ed al Senato.