L’imprenditore Mammana aderisce al Patto antiracket di SOS Impresa
Quello iniziato oggi a Fulgatore, dall’imprenditore castelluccese Michelangelo Mammana, non è che la continuazione di un percorso di legalità e di libertà d’impresa, in cui l’imprenditore ha deciso di aderire, dando un importante segnale, quando ha avuto il coraggio e la forza di denunciare, entrando di fatto tra la schiera di testimoni in uno dei processi di mafia che si sta celebrando nel Tribunale di Palermo nell’ambito dell’operazione “Alastra”.
A Fulgatore, in provincia di Trapani, si è consumato l’atto ufficiale, il gesto simbolico, del “Patto Antiracket” in cui Michelangelo Mammana, e i suoi due figli Antonio e Giuseppe, prendono l’impegno di esporre, d’ora in avanti, in tutti i loro cantieri, il logo che porta la frase “Io sto con lo Stato. Aderisco alla Rete per la Legalità”.
Un apprezzabile gesto dell’Impresa più importante del territorio, che nasce e mantiene la sua base logistica, nell’estremità dei Nebrodi occidentali, nella provincia di Messina al confine con quella di Palermo, che oggi con i cantieri in tutta la Sicilia e con i suoi circa 160 dipendenti in attivo, e riuscita a dare un impattato sui livelli occupazionali e un grosso impulso all’economia del piccolo centro di Castel di Lucio e i paesi limitrofi.
Socio dell’associazione antiracket e antiusura “Sos Impresa – Rete per la Legalità, Coordinamento della Regione Sicilia”, l’imprenditore Mammana, decide di apporre, all’ingresso del cantiere, il logo dell’associazione antiracket. Un’occasione importante in un cantiere altrettanto importante nel quale verrà realizzato un parco eolico. All’evento hanno partecipato i vertici dell’Arma dei Carabinieri della provincia di Trapani, guidati dal Comandante provinciale dei Carabinieri, il Colonnello Fabio Bottino; dal Capitano della compagnia Trapani, Marco Ruffini, dal Comandante della locale stazione, il Maresciallo Maggiore Giuseppe Di Prima, che ha visto la partecipazione anche del vice presidente nazionale FAI Antiracket, Pippo Scandurra, e del Responsabile territoriale, Eugenio Di Francesco.
“Quanto è accaduto oggi – ha affermato nell’’intervento di saluto, il presidente vicario Pippo Scandurra – fa comprendere l’importanza della denuncia e della convenienza, così come l’opportunità di lavorare nei territori a rischio con tranquillità e serenità, avendo dalla propria parte lo Stato, oggi rappresentato in modo particolare dai vertici dell’Arma”.
Il patto antiracket impone agli imprenditori di non cedere a nessun tipo di richiesta estorsiva, darne immediata comunicazione alle forze dell’ordine quando si presenta qualsiasi eventuale tentativo di intimidazione, informare le forze dell’ordine su eventuali assunzioni o fornitura di materiale. Questo permette all’imprenditore di avere un rapporto privilegiato con lo Stato, consentendo e garantendo la sicurezza nei luoghi di lavoro, così da rendere l’attività ancora più forte e stabile nel rispetto delle leggi, quindi garantendo trasparenza e libertà d’impresa. Numerosi imprenditori, che hanno scelto la via della denuncia e della libertà, hanno fatto istanza di adesione al “Patto di legalità” che “Sos Impresa – Rete per la Legalità Sicilia” a breve presenterà insieme ad altri imprenditori associati.