Mafia, blitz contro il mandamento Porta Nuova a Palermo con 18 fermi
La Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo ha delegato i Carabinieri
a eseguire un decreto di fermo, nei confronti di 18 persone. Sono ritenute a vario titolo responsabili di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsioni e rapine aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose.
L’operazione, denominata Vento, rappresenta l’esito di una complessa indagine svolta in direzione del mandamento mafioso di Palermo – Porta Nuova. In particolare, le indagin, condotte attraverso articolate attività d’intercettazione audio/video e complesse attività di pedinamento in territorio caratterizzato dal controllo di ‘Cosa Nostrà hanno consentito di delineare l’ organigramma del mandamento mafioso di Porta Nuova, individuando il soggetto ritenuto il reggente del mandamento, nonchè altri sodali, sospettati di essere figure apicali e gregari qualificati delle famiglie di Porta Nuova e Palermo Centro (entrambe inquadrate nel predetto mandamento).
E’ stata ricostruita un articolata associazione finalizzata al traffico di stupefacenti di ogni tipo (hashish, marijuana, cocaina, eroina e crack) gestita, in tutta la sua filiera (dalle fasi di approvvigionamento all’ingrosso allo spaccio al minuto sul territorio) dai vertici deL mandamento mafioso, per alimentarne le casse. Sono stati, infatti, fermati, i presunti capi di 6 ben piazze di spaccio, localizzate nei centralissimi quartieri del Capo, della Vucciria, di Ballarò e della Zisa (via dei Cipressi, piazza Ingastone e via Regina Bianca), capeggiate da elementi ritenuti organici a cosa nostra. Acclarati 2 episodi estorsivi e 5 tentativi di estorsione in danno di imprenditori e commercianti del centro cittadino.
Dimostrata la commissione di 2 rapine a mano armata, finalizzate a rimpinguare le casse del sodalizio. Il provvedimento pre-cautelare è stato emesso in via d’urgenza in quanto erano emersi chiari intendimenti di alcuni degli indagati di darsi alla fuga e, soprattutto, perché recentemente, in quel territorio, sono stati commessi gravi fatti di sangue, l’ultimo il 30 giugno ai danni di Giuseppe Incontrera, ritenuto ai vertici della fami glia mafiosa di Porta Nuova. Tale fatto di sangue, infatti, avrebbe potuto aumentare il rischio della commissione di delitti della medesima specie o di rafforzare la volontà degli indagati di darsi alla latitanza perchè responsabili diretti o indiretti di tali omicidi o, comunque, per sottrarsi (anche) da eventuali ritorsioni.
foto: ufficio stampa Carabinieri